Venerdì 9 maggio, alle 21, presso il cinema teatro Odeon di Vigevano, si terrà il terzo e peultimo appuntamento della rassegna cinematografica "Le mafie ci uniscono". Gli ospiti della serata saranno gli autori del documentario
Bruno Caccia: Una storia ancora da scrivere, Davide Pecorelli ed Elena Ciccarello.
Un viaggio per ricostruire la storia
di Bruno Caccia, Procuratore Capo di Torino, ucciso il 26 giugno del
1983. Dopo trent’anni dall’omicidio esiste un unico colpevole: Domenico
Belfiore, ritenuto dalla Giustizia il mandante dell’assassinio.Partendo dalla richiesta dei figli,
che dopo 30 anni chiedono che sia fatta chiarezza attorno all’esecuzione
del padre, il documentario ricostruisce – attraverso la voce dei
protagonisti di quegli anni – il contesto di Torino, le inchieste più
scomode condotte da Bruno Caccia e gli scenari inediti e inesplorati che
evidenziano altri interessi dietro l’eliminazione del magistrato, oltre
a quelli di Domenico Belfiore e della ‘ndrangheta.Il documentario (autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmo. (Davide Pecorelli, 23 giugno 2013)
Un omicidio, quello di Caccia, compiuto nel Nord Italia, nel giugno del 1983 quindi un mese prima di quello del magistrato Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia il 29 luglio 1983: Torino-Palermo, Nord-Sud, 'ndrangheta-cosa nostra. Le mafie ci uniscono.
L'ingresso è alla proiezione è
LIBERO
Articolo di Elena Ciccarelli sul caso Caccia:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/16/omicidio-di-bruno-caccia-una-pista-30-anni-dopo-i-familiari-nuovo-processo/916019/
Un
viaggio per ricostruire la storia di Bruno Caccia, Procuratore Capo di
Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e
verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in
corso Trapani 91/b a Torino. - See more at:
http://www.narcomafie.it/2013/06/25/bruno-caccia-una-storia-ancora-da-scrivere-video/#sthash.tjFAEGp6.dpuf
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Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e
verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in
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Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e
verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in
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Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e
verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in
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Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e
verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in
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Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
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Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
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Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio
esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia
il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia
fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario
ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il
contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e
gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro
l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e
della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e
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