sabato 16 luglio 2016

COSA MANCA A VIGEVANO: UN BLOG PER RACCONTARE MAFIA E NON SOLO IN CITTA'


Cambio di gestione


Come da programma, la festa della Repubblica ha messo fine al progetto “il bene che fa bene”. Lo spettacolo è stato realizzato, la cerimonia si è conclusa ed il blog dovrebbe non servire più a nessuna causa.
Ma non sarà così, perché il sottoscritto, Marco, verrà affiancato da due giovani volontari di Libera, un giornalista e uno scrittore, Davide e Simone. Insieme manderemo avanti questo progetto per dare spazio e voce agli avvenimenti che sui giornali di spazio ne hanno purtroppo ben poco.
Il blog è qualcosa che proseguirà nel tempo e che si rinnoverà continuamente.  Speriamo di poter far sentire la nostra voce, di poter approfondire quegli accadimenti che ci circondano ma che la gente sembra non conoscere o ignorare.
Noi parleremo. Voi ci ascolterete?

martedì 21 giugno 2016

NON AZZARDIAMOCI: A MOTTA VISCONTI PER PARLARE DI MAFIE E AZZARDO

http://www.comune.mottavisconti.mi.it/comune/documenti/non_azzardiamoci.pdf



INCONTRO PUBBLICO

21 giugno ore 21.00
Presso la Sala Consiliare del Comune di Motta Visconti – Piazza San Rocco, 9/a


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INTERVENTI:
- Il grande inganno del “VINCERE FACILE” - costi sociali, rischi educativi

e culturali del gioco d’azzardo: Marco Mascellani, Campagna SLOMBO

- Videopoker: un business da 40mila euro al giorno per il clan Valle – Lampada: Simone Satta, autore di “Pizza, sangue e videopoker”.

lunedì 6 giugno 2016

MAFIA MAPS, TIRATE FUORI GLI SMARTPHONE.

È nata Mafia Maps, l'applicazione per smartphone che vuole dirci tutto sui luoghi, i nomi e i fatti della mafia in Lombardia. Una mappa interattiva che ci ricorda che la prima cosa da fare quando si ha di fronte un nemico è provare a conoscerlo per smascherarne le forme con cui si sviluppa sul territorio e le trame che è capace di tessere.

PROSEGUE QUI: http://www.pdregionelombardia.it/novita7ggdettaglio.asp?ID=9550

QUI IL LINK PER SCARICARE L'APP:http://www.mafiamaps.it

UNA SERATA PER INFORMARE SULL'AZZARDO


giovedì 19 maggio 2016

SABATO 21 MAGGIO A DORNO, ORE 21.


Sabato 21 maggio, presso la sala Damiani di Dorno (PV) alle ore 21, Andrea Ballone e Simone Satta presenteranno "Pizza, sangue e videopoker". Insieme a loro interverrà la referente del presidio di Libera Vigevano - "Giorgio Pedone", Alice Del Giudice.



mercoledì 11 maggio 2016

CAMPO DI ESTATE LIBERI A VIGEVANO, SI TORNA AL "BAR GIADA"

Anche quest anno si terrà il campo "Estate Liberi" su uno dei beni confiscati alla mafia a Vigevano, città che in provincia di Pavia vanta, si fa per dire, il maggior numero di beni confiscati alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Dopo che nel 2015 i 20 volontari provenienti da tutta Italia hanno dato un importante contributo per il restauro del bene confiscato al boss Salvatore Di Marco in via Boselli, nel 2016 torneranno invece in viale Artigianato, presso il bene confiscato il 22 giugno 1995 al clan 'ndranghetista dei Valle, dove si è tenuta la prima edizione del campo di Libera a Vigevano.

PER TUTTE LE INFORMAZIONI:

http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12595

lunedì 2 maggio 2016

LEZIONE-CONVEGNO SULLE AZIENDE CONFISCATE ALLE MAFIE

Il progetto Icaro e le aziende confiscate alle organizzazioni mafiose

Martedì 3 maggio a partire dalle 9 presso la sala lauree della Facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali dell’Università degli Studi di Milano si terrà una lezione – convegno sul tema delle aziende confiscate. Verranno presentate le ricerche effettuate nell’ambito del progetto di ricerca Icaro, uno studio di frontiera sul complesso tema del sequestro e della confisca di aziende come strumento del contrasto alle organizzazioni mafiose.
Interverranno il professor Nando dalla Chiesa, la professoressa Stefania Pellegrini e gli altri ricercatori del progetto.



giovedì 21 aprile 2016

24 APRILE: ANTIFASCISMO E NUOVA RESISTENZA!


DOMENICA 24 APRILE – GLI ANTIFASCISTI INCONTRANO I RESISTENTI DELLA MASSERIA (Cisliano MI).
ore 11,00 Visita alla Mostra DA MALAVITA A NUOVA VITA, come sono i beni confiscati vengono ridati alla collettività.
ore 13,00 PRANZO POPOLARE – PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA ENTRO IL 22 APRILE
ore 15,00 Incontri con le realtà e i volontari che dal 13 maggio 2015 presidiano il bene confiscato al Clan Valle a seguire proiezioni animazione e giochi
SI ORGANIZZANO NAVETTE PER TRASPOTRTO VIGEVANO – CISLIANO
Per Info e prenotazioni associazione , tel 0381692336, 3356753130.

lunedì 28 marzo 2016

UN BLOG DI STUDENTI DELLE SUPERIORI. A VIGEVANO L'ANTIMAFIA COMINCIA DALLE SCUOLE

https://ilbenechefabene.wordpress.com/page/2/ "il bene che fa bene" è il nome del blog creato dagli studenti dell' I.T.S. Luigi Casale di Vigevano. Un'iniziativa che marchia la loro scelta, la scelta della parte da cui stare: quella dell'antimafia e dell'impegno per contrastare la criminalità organizzata, non solo a parole ma mettendoci la faccia, il desiderio, la forza della giovinezza.

I giovani studenti si informano, formano ed informano, proprio come ogni cittadino a cui sta a cuore la propria sicurezza, la propria città, il proprio Paese, dovrebbe fare. Così giovani, così maturi.

INTERVISTA A SIMONE SATTA DAL BLOG DEGLI STUDENTI DEL CASALE DI VIGEVANO:

https://ilbenechefabene.wordpress.com/2015/12/15/intervista-simone-satta/

domenica 20 marzo 2016

LUNEDI' 21 MARZO TUTTI IN PIAZZA PER LA MEMORIA!

XXI giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Come ogni anno, nel primo giorno di primavera, la rete di Libera, gli enti locali, le realtà del terzo settore, le scuole e tanti cittadini, assieme alle centinaia di familiari delle vittime, si ritroveranno in tanti luoghi. La manifestazione centrale si svolgerà a Messina, con la presenza di don Luigi Ciotti e delle autorità istituzionali nazionali, ma in in diverse città italiane non mancheranno iniziative volte a ricordare gli innocenti morti per mano mafiosa e a contrastare il crimine organizzato. Anche Vigevano sarà della partita, infatti, a partire dalle 17:00 di lunedì 21 marzo, in piazza ducale, il presidio di Libera -  Giorgio Pedone, ha organizzato la lettura delle centinaia di nomi delle vittime innocenti delle mafie. Sarà inoltre possibile ascoltare il discorso di don Ciotti in vista della giornata della Memoria e dell’Impegno, oltreché acquistare gadget e prodotti provenienti dai beni confiscati alle mafie dal banchetto di Libera. Tutti i cittadini sono invitati a prendere parte a quella che recentemente il Senato della Repubblica ha approvato all’unanimità, istituzionalizzandola, la Giornata nazionale della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie; provvedimento che dovrà ora passare all’esame della Camera ma che con ogni probabilità verrà confermato, rendendo il 21 marzo, data di inizio della primavera, il simbolo di rinascita e speranza.

mercoledì 16 marzo 2016

TUTTI I LUOGHI DEL 21 MARZO

Si svolgerà a Messina e in contemporanea in tanti luoghi in tutta Italia la XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie “Ponti di memoria, Luoghi di impegno”:
Vigevano (PV) | Piazza Ducale 15 alle ore 17:00

http://www.memoriaeimpegno.it/territori/

domenica 28 febbraio 2016

SABATO 5 MARZO A LOMELLO.

Sabato 5 marzo Pizza, sangue e videopoker sarà presentato a Lomello (PV), presso la chiesa di san Rocco, alle 21:00. Con gli autori Andrea Ballone e Simone Satta interverrà Alice Del Giudice, recentemente diventata referente del presidio di Libera Vigevano - Giorgio Pedone.


AZZARDO DI STATO

“Lo Stato non ci ha aiutato perché lucra sul gioco d’azzardo. Ma noi siamo riusciti lo stesso a liberare il nostro Comune dalle slot machine. Abbiamo fatto prima un referendum nel 2015, lo abbiamo vinto, e poi abbiamo messo a punto un regolamento che di fatto libera Anacapri dalle macchinette. Siamo felici di essere il primo Comune slot free”.

venerdì 12 febbraio 2016

A VIGEVANO LIBERA INTITOLA IL PRESIDIO A GIORGIO PEDONE

Dopo quasi venticinque anni dalla sua morte verrà intitolato il presidio di Libera in Vigevano all’ex vicequestore della città, Giorgio Pedone. Dedicare un presidio di Libera a una personalità capace di distinguersi per il contrasto alle mafie è un impegno fondamentale per la memoria collettiva. 
Se molti vigevanesi ricordano la figura del poliziotto che guidò il commissariato cittadino tra il 1977 e il 1991, pochi però sanno del suo impegno contro la criminalità organizzata locale e lombarda e del suo imprescindibile lavoro di ricostruzione dei movimenti criminali ‘ndranghetisti sul territorio ducale. Quando ancora i più pensavano che le mafie fossero un problema esclusivo del Sud Italia, Pedone già nel 1983 stipulava rapporti dettagliati riguardanti la presenza mafiosa al Nord, la sua struttura familiare ed il modo malavitoso di operare tra sequestri di persona, traffici di droga, appalti truccati e tentativi di contatti con la politica. 
Grazie alle sue intuizioni Pedone riuscì ad arrestare alcuni mafiosi ma non quelli del clan a cui dedicò molto del suo tempo in polizia: i Valle. Tuttavia, le sue precise ricostruzioni rimangono alla base della prima condanna per associazione mafiosa rimediata dal clan Valle, trent’anni dopo che il vicequestore Pedone aveva capito tutto. 
Il 20 febbraio alle ore 20:45 presso l’auditorium di san Dionigi a Vigevano verrà intitolato il presidio di Libera a Giorgio Pedone, per via del suo impegno, della sua dedizione e del suo desiderio istituzionale di contrastare la malavita organizzata.

La cittadinanza tutta è invitata a partecipare. Interverranno il referente regionale di Libera, Davide Salluzzo e la figlia del vicequestore, Jolanda Pedone. 

sabato 6 febbraio 2016

A SCUOLA DI LEGALITÀ

"La mafia teme la scuola più della giustizia, l'istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa"

- Antonino Caponnetto -


A SCUOLA DI LEGALITÀ 
Importante incontro con il mondo della scuola sui progetti di educazione alla legalità
I risultati della collaborazione tra Regione Lombardia e Ufficio scolastico regionale della Lombardia (USR) cominciano ad arrivare e con essi anche gli stimoli affinché i progetti di educazione alla legalità incidano sempre più profondamente nel tessuto sociale della nostra regione.

lunedì 25 gennaio 2016

PER RIMANERE SEMPRE SUL PEZZO. PER NON DIMENTICARE.

Quello che segue è il racconto di un clan di ‘ndrangheta come ce ne sono tanti, di racconti e di clan. Purtroppo. E’ una delle numerose storie di malavita organizzata che ha caratterizzato (e caratterizza) il nord Italia, costellate da violenza, omertà, ascesa e caduta di famiglie mafiose. Tutto ha però inizio al sud nel caldo clima di Reggio Calabria, in un quartiere da cui è possibile godere della vista del mare dello stretto di Messina: Archi, zona in cui ha sempre comandato l’imponente cosca De Stefano. Tra le diverse famiglie malavitose ad essere loro fedeli, quella che interessa questa storia è una in particolare: i Valle. Decimati dalla sanguinosissima faida conosciuta come la seconda guerra di ‘ndrangheta in cui si contrapposero le famiglie dei De Stefano e degli Imerti, durata circa un decennio tra gli anni Ottanta e Novanta, i Valle scelsero di fuggire da Reggio Calabria per rifugiarsi altrove, il più lontano possibile dagli spari e dai morti ammazzati. L’opzione della cosca in fuga da quella che è stata una vera e propria mattanza, quasi settecento le vittime, non fu una selezione casuale tra le città del nord Italia, al contrario una vera e propria immigrazione mirata in cerca di protezione. La preferenza ricadde su un comune in provincia di Pavia, conosciuto ai più per la produzione di scarpe, lo scrittore Lucio Mastronardi e la splendida piazza: Vigevano. A questo punto del racconto entra in scena uno dei personaggi principali della storia: il vice questore di Vigevano Giorgio Pedone, autore di diversi rapporti e informative riguardanti i movimenti della criminalità organizzata sul territorio da lui presidiato. Uno dei magistrati che ha portato in carcere con le sue indagini decine di ‘ndranghetisti infiltrati nelle regioni del nord, Ilda Bocassini, intervenuta nel 2011 ad un incontro organizzato presso l’Università di Pavia, disse di lui: «un attento poliziotto del commissariato di Vigevano che in un rapporto di polizia del 1983 dava l’idea di aver già compreso tutto». In uno di questi documenti, ad esempio, Pedone scrisse: «Com’è noto in Vigevano fin dal 1965 si è insediata, fra gli altri nuclei di famiglie provenienti dalla provincia di Reggio Calabria anche quella facente capo a Giovanni Cotroneo, il quale in questi anni ha avuto maniera di consolidare la sua “autorità” attraverso una rete capillare di suoi conterranei venuti dal sud in cerca di lavoro, ma disposti anche a ricambiare un piacere, qualora chi lo chiedeva era in grado di assicurare un minimo di guadagno, protezione e di rispetto». Quasi tutti i calabresi insediatisi a Vigevano prima o poi capitavano da Cotroneo, i Valle non furono da meno. Ciò che distinse il pellegrinaggio dal boss degli onesti immigrati rispetto a quello compiuto dal clan fu notato sin da subito da Pedone il quale, sempre in uno dei suoi report, parlava di protezione garantita ai Valle da eventuali minacce da parte delle cosche nemiche grazie alla presenza in Calabria di Giorgio Cotroneo, fratello di Giovanni. In cambio parte dei capitali dei Valle, accumulati al sud attraverso usura ed estorsione e poi trasferiti al nord, contribuirono a risollevare le attività commerciali di Cotroneo. Fu così che i fuggitivi presero residenza a Vigevano e da quel momento in poi ebbero in mano il mercato criminale dell’usura e dell’estorsione in città e non solo. Dai primi anni Ottanta fino alla metà degli anni Novanta, la tranquilla cittadina del nord fu “sequestrata” dalla cosca che, anche grazie all’omertà più o meno ingenua di istituzioni e cittadini, riuscì a creare un sistema di prestiti, strozzinaggio e taglieggiamento inarrestabile, o quasi. Il 10 gennaio 1992 una delle molte vittime dei Valle sparse tra Vigevano, basso Piemonte e hinterland di Milano, la commerciante Maria Grazia Trotti, subissata dalla richieste di rientro prestito a tassi insostenibili oltre che dalle minacce, decise di rivolgersi alle forze dell’ordine per chiedere aiuto. Il vice questore Pedone era scomparso da pochi mesi, ufficialmente suicidatosi anche se i familiari tutt’oggi avanzano perplessità su questa possibilità. Al suo posto il nuovo dirigente del commissariato vigevanese, Spartaco Mortola, prese la situazione in pugno e attraverso un’operazione di polizia calcolata nei minimi dettagli riuscì ad arrestare il clan. Grazie al coraggio di Maria Grazia, alle inchieste di Pedone e alla prontezza delle forze dell’ordine, i Valle vennero condannati a diversi anni di carcere per i reati di usura. 
A condanne scontante, tuttavia, la cosca ritorna agli onori della cronaca. Il reato è ancora quello di usura ed estorsione ma la situazione è molto più intricata. Nell’ordinanza di applicazione di misura cautelare depositata l’8 giugno 2010 si scopre che dopo aver lasciato Vigevano i Valle si sono trasferiti a Cisliano, in provincia di Milano, dove hanno realizzato il loro quartier generale attorno al ristorante “La Masseria” in cui si organizzavano ricevimenti, matrimoni e banchetti. Si tratta di una struttura con giardino e piscina, sul retro della quale una seconda costruzione, su due livelli, veniva utilizzata come residenza privata da alcuni esponenti del clan, ma soprattutto è qui che aveva sede la Europlay srl una delle principali società della cosca, anche se intestata a prestanome, che si occupava di noleggio e commercio di slot machine. Sono passati pochi anni da quando i Valle hanno lasciato Vigevano a causa delle condanne e delle confische ma in poco tempo sono riusciti a ricostruire un patrimonio ricchissimo e hanno compiuto molta strada in ambito criminale, grazie soprattutto ai legami stretti con la  più potente famiglia dei Lampada. Legami di sangue e di affari, strutturati su matrimoni combinati come quello tra Maria Valle e Francesco Lampada celebrato, come si legge ancora nell’ordinanza sopra citata, nel luglio del 2006 e festeggiato nella prestigiosa villa d’Este di Cernobbio, nel cui albergo si tiene attualmente il workshop Ambrosetti, punto di ritrovo dei massimi vertici della politica, della finanza e dell’industria internazionale. Solo per il pranzo di nozze le famiglie staccano un assegno di 58.000 euro, proventi di vecchio e nuovo business illegale. 

Il 25 giugno del 2010 il gip Giuseppe Gennari firma l’ordinanza di custodia nei confronti delle cosche, gli arrestati fanno quasi tutti parte della famiglia allargata dei Valle. Dopo i fatti di Vigevano e altri reati compiuti nel sud ovest di Milano, la famiglia stava costruendo un nuovo impero criminale in tutta la Lombardia sfruttando un’enorme rete di corruzione e prepotenza, nella quale sono finiti politici, giudici, avvocati ed esponenti della guardia di finanza. Grazie alle inchieste delle forze dell’ordine sono stati fermati poco prima di poter agguantare con i loro tentacoli anche l’esposizione universale Expo 2015. Nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza è emerso che i Valle-Lampada erano attivi con piani di costruzione e licenze per aprire attività di ristorazione, discoteche e, ovviamente, un mini casinò a supporto dell’evento internazionale. Oltre trent'anni dopo le informative del poliziotto di Vigevano che “aveva capito tutto”, i Valle sono stati condannati in via definitiva per associazione mafiosa (http://archiviostorico.corriere.it/2014/ottobre/15/Mafia_nel_maxi_processo_clan_co_0_20141015_7172592e-542d-11e4-a5ac-685ccdff5e62.shtml). I giudici della seconda sezione della Cassazione, a fine 2014, non hanno confermato in toto la sentenza d’appello, rinviando a un nuovo giudizio le posizione di Maria Valle e Riccardo Cusenza per il reato di associazione mafiosa. Per il resto della cosca confermate e definitive le condanne fino a 24 anni di carcere. Forse l’ascesa della ‘ndrina sarebbe stata bloccata se Giorgio Pedone fosse stato ascoltato, non è certo un caso che le sue ricerche siano state considerate fonti importanti anche per gli arresti del 2010 eseguiti dalla Dda di Milano contro la cosca reggina. Il problema di fondo, o la morale se preferite, di questa storia è: perché un poliziotto che aveva visto, capito e segnalato tutto non è stato ascoltato? Finché lo Stato continuerà a essere impermeabile agli appelli dei suoi uomini migliori, per questo Paese ci saranno poche speranze di risollevarsi.