Al convegno sul contrasto alla criminalità organizzata, tenutosi a Roma, le proposte del presidente della Commissione Antimafia lombarda
"Oggi è estremamente difficile sconfiggere la mafia, anche in Lombardia, ma possiamo riuscirci se si sottoscrive un patto di ferro fra tutti i livelli istituzionali, e fra loro e i cittadini". Questa la dichiarazione di sintesi di Gian Antonio Girelli, presidente della Commissione Antimafia del consiglio regionale, intervenuto mercoledì a Roma al Convegno sul contrasto alle mafie nella dimensione nazionale, regionale e locale, promosso dalla Commissione parlamentare Antimafia e a cui hanno partecipato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e i presidenti delle Camere Laura Boldrini e Piero Grasso.
"E' la prima volta che il Parlamento fa il punto sullo stato della lotta alla criminalità organizzata nei territori italiani ed è stata anche un'occasione importante per confrontarsi con le altre regioni e per portare il nostro contributo al dibattito - ha detto il presidente della Commissione regionale Antimafia -. Come Lombardia siamo ai primi posti per beni confiscati e per attività mafiose, e serve quel cambio di passo culturale e istituzionale che le inchieste degli ultimi anni e le vicende di Expo sembrano chiederci a ogni istante".
Per Girelli occorre quindi "conoscere, approfondire, affinare leggi, regolamenti e controlli, essere parte attiva nella gestione dei beni confiscati. Mi piacerebbe che sulla facciata di ogni bene confiscato vi fosse una targa che ricordi a tutti chi è Pio La Torre, cosa ha fatto, perché é stato brutalmente assassinato, insomma favorire la cultura della legalità nella società civile lombarda . Nello stesso tempo è importante che anche il Parlamento si muova per dare un'uniformità alle commissioni regionali, per affrontare legislativamente la rilettura della normativa appalti, l'infiltrazione nella gestione dell'ambiente, della gestione di fenomeni come il mercato del gioco, sempre più patologico, per mettere in condizioni le autorità preposte, magistratura e forze dell'ordine, di avere uomini, mezzi e strumenti, quindi risorse, per svolgere il loro compito".
Alla politica Girelli chiede quindi "coraggio, assunzione di responsabilità nella scelta della classe dirigente e la massima trasparenza di coloro che si vogliono mettere a disposizione dell'interesse comune".
"E' la prima volta che il Parlamento fa il punto sullo stato della lotta alla criminalità organizzata nei territori italiani ed è stata anche un'occasione importante per confrontarsi con le altre regioni e per portare il nostro contributo al dibattito - ha detto il presidente della Commissione regionale Antimafia -. Come Lombardia siamo ai primi posti per beni confiscati e per attività mafiose, e serve quel cambio di passo culturale e istituzionale che le inchieste degli ultimi anni e le vicende di Expo sembrano chiederci a ogni istante".
Per Girelli occorre quindi "conoscere, approfondire, affinare leggi, regolamenti e controlli, essere parte attiva nella gestione dei beni confiscati. Mi piacerebbe che sulla facciata di ogni bene confiscato vi fosse una targa che ricordi a tutti chi è Pio La Torre, cosa ha fatto, perché é stato brutalmente assassinato, insomma favorire la cultura della legalità nella società civile lombarda . Nello stesso tempo è importante che anche il Parlamento si muova per dare un'uniformità alle commissioni regionali, per affrontare legislativamente la rilettura della normativa appalti, l'infiltrazione nella gestione dell'ambiente, della gestione di fenomeni come il mercato del gioco, sempre più patologico, per mettere in condizioni le autorità preposte, magistratura e forze dell'ordine, di avere uomini, mezzi e strumenti, quindi risorse, per svolgere il loro compito".
Alla politica Girelli chiede quindi "coraggio, assunzione di responsabilità nella scelta della classe dirigente e la massima trasparenza di coloro che si vogliono mettere a disposizione dell'interesse comune".
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