“La
mafia al Nord esiste, fattene una ragione!”, questo il titolo del
workshop organizzato da Libera in Lombardia in collaborazione con
Agesci nei giorni 15 e 16 febbraio a Garlasco, in provincia di Pavia.
La mafia esiste, da decenni, anche nel territorio pavese e lomellino,
negarne la presenza non fa altro (e non ha fatto altro) che
permetterne la diffusione, fino ad una vera e propria colonizzazione
silenziosa. Ad inizio anno, solo per citare l'episodio più recente,
l'arresto di dieci persone ha riportato Pavia al centro del ciclone
'ndranghetista caratterizzato da estorsione ai danni di proprietari
di un ristorante situato in un centro commerciale del capoluogo
pavese. In tutta la provincia il numero di beni confiscati supera la
quaranta unità e ancora fresco è il ricordo dell'arresto del boss
Francesco Pelle, avvenuto a Pavia nel 2008, come la condanna (per ora
in primo grado) all'ex direttore dell'Asl di Pavia, Carlo Chiriaco,
per “gli
interessi economici della ‘ndrangheta garantendo appalti pubblici e
proponendo varie iniziative immobiliari”. Lo scopo del gruppo di
lavoro che si terrà a Garlasco è di porre l'attenzione sul fenomeno
mafie al Nord: di come si ramifica tramite il giro delle slot machine
(e il clan Valle-Lampada è sicuramente un esempio lampante, avendo
avuto in mano i videopoker lombardi), l'Expo, il ciclo dei rifiuti e
la movimentazione terra. Interverranno il referente regionale di
Libera in Lombardia, Davide Salluzzo, l'ispettore capo della
forestale, Graneroli ed il giornalista ed editore Giovanni
Giovannetti, già vittima di intimidazioni di stampo mafioso per le
sue inchieste.
Porre
l'accento sulla presenza mafiosa è un primo passo importante per
cominciare a sconfiggerle. Scegliere da che parte stare è il
principio da cui procedere.
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