Il sistema gestito dalla locale ‘ndranghetista di Desio si poggiava su una rete di società di copertura e sulla disponibilità di dipendenti postali, bancari e di imprenditori (Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ndrangheta-33-arresti-in-lombardia-organizzazione-gestiva-banca-clandestina/901282/).Non stupisce, purtroppo, e non deve stupire che i soggetti esterni alla cosca, quindi non affiliati, fossero a conoscenza delle radici criminali dei loro partners. È così che funziona, soprattutto al Nord: il silenzio di chi sa, la convivenza interessata di chi può.
La mafia siamo noi, che prepariamo alle mafie il terreno in modo tale che loro possano piantare radici. La palude dei diversi clan di mafia, 'ndranghetisti o meno, siamo noi. Noi, quando taciamo ma sappiamo. Noi, quando ci chiediamo cosa possiamo fare, senza compiere il passo successivo all'interrogazione, cioè agire: vivendo onestamente, secondo le regole civili, la legalità. Vedendo, sentendo, parlando!
Per alcuni operatori economici la mafia rappresenta un vincolo, per altri un’opportunità”, scrive il gip. Perché, sempre secondo i magistrati antimafia di Milano, tutti gli imprenditori che entravano in contatto con l’organizzazione di Pensabene conoscevano la sua natura criminale. Ma proprio per questo cercavano di trarne il maggior profitto possibile per le loro attività. E anche quelli che venivano minacciati, non denunciavano i mammasantissima. Dall’operazione condotta dalla mobile milanese emerge un’altra figura: quella dell’imprenditore che viene assorbito dall’organizzazione.Già, come troppi altri, l'esempio dei Valle-Lampada ha permesso di conoscere il "nuovo" modo di agire dei clan nel Nord: pochi o nulli spari, tanta corruzione e amicizie tra i "colletti bianchi", questi ultimi pronti a dare una mano alla criminalità organizzata per averne un guadagno. E i cittadini? Zitti.
(Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ndrangheta-33-arresti-in-lombardia-organizzazione-gestiva-banca-clandestina/901282/)
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