mercoledì 12 novembre 2014

GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE, GOGOL OSTELLO

Tra un boss come Lampada (Giulio), ai domiciliari, (http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/730943/Presunto-boss-della--ndrangheta-e.html), gli affari Expo nel mirino della 'ndrangheta (http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/ndrangheta-comasca-13-arresti-nel-mirino-gli-affari-per-expo_1086341_11/), è ora di tornare a raccontare di ciò che abbiamo scritto ormai più di un anno fa', e purtroppo ancora attuale. GIOVEDÌ 13 saremo al GOGOL Ostello di Milano, in via Chieti (zona corso Sempione), alle 20:30.

venerdì 3 ottobre 2014

PAVIA È UNA CITTÀ OMERTOSA. SOLIDARIETÀ A GIOVANNETTI E MERLI

«Pavia è una città omertosa. Con quello che è saltato fuori dovrebbe succedere il finimondo, invece c’è un silenzio tombale, sia da parte delle istituzioni che della società civile», dice l’attivista e giornalista freelance Giovanni Giovannetti. Il cronista si riferisce a minacce di morte nei confronti suoi e di un collega del quotidiano la Provincia pavese, Fabrizio Merli, emerse da alcune intercettazioni telefoniche (...)

CONTINUA QUI: http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/10/01/news/il-caso-pavia-ndrangheta-malaffari-e-minacce-ai-giornalisti-nell-indifferenza-della-citta-1.182526

lunedì 29 settembre 2014

STIAMO TORNANDO, IN RASSEGNA

Domenica 26 ottobre e lunedì 27, dello stesso mese, torniamo a raccontare le vicende contenute in Pizza Sangue e Videopoker, le aggiunte novità, le sorprese di questi mesi in cui abbiamo taciuto.

Gli appuntamenti saranno a Vigevano, nell'ambito della rassegna letteraria cittadina.

http://www.comune.vigevano.pv.it/contenuti/cultura/ReteCivica1.pdf





sabato 9 agosto 2014

NOI L'AVEVAMO SCRITTO... QUASI DEL TUTTO.

Ucciso nel ‘91, indagini sul clan Valle

Delitto Salvia, caso riaperto. Sei mesi dopo il misterioso suicidio di un poliziotto (di Cesare Giuzzi)

sabato 26 luglio 2014

DA DOMENICA TUTTI IN CAMPO

Domenica 27 luglio arriveranno i volontari per il campo di EstateLiberi organizzato per il secondo anno a Vigevano, grazie alla collaborazione di diverse realtà sociali. Chi ha scelto Vigevano come meta per darsi da fare su un bene confiscato, darà un importante aiuto alla risistemazione dell'immobile in viale Artigianato, un tempo in possesso alla cosca di 'ndrangheta dei Valle ed oggi un dormitorio per indigenti.
Molte le iniziative organizzate, anche rivolte alla cittadinanza, durante la settimana del campo che si concluderà domenica 3 agosto.
Un evento da non mancare.

sabato 5 luglio 2014

11 LUGLIO, CENA DI PRESENTAZIONE "ESTATE LIBERI" A VIGEVANO

INVITO alla CENA di presentazione della seconda edizionedel campo di E!State Liberi.
In allegato l'invito di partecipazione ed il volantino con il menù della cena
che si terrà l'11 luglio h. 20.00 presso la Parrocchia Madonna Pellegrina (via monti, 14 - Vigevano)
Il costo della cena è di 15 euro a persona e tutto
il devoluto sarà destinato all'organizzazione del campo.
Non esitate a contattarci per prenotare entro l'8 luglio.
Per info e prenotazioni: 349/8784507.

- La legalità è partecipazione responsabile -
 
 

lunedì 30 giugno 2014

ASPETTANDO IL 7 LUGLIO

Condanne confermate in appello nel processo "Infinito", che riguarda tra gli altri i "nostri" Pino Neri e Chiriaco. Condanne che seguono quelle ricevute in Cassazione per alcuni dei membri del clan Valle, all'inizio di giugno. Ora aspettiamo l'esito della Cassazione per don Ciccio & co., previsto tra una settimana, il prossimo 7 luglio.

LEGGI QUI: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/28/ndragheta-in-lombardia-operazione-infinito-in-appello-confermate-le-condanne/1043389/

venerdì 13 giugno 2014

DUE BUONE LA STESSA SETTIMANA

Lunedì mattina, suonata la sveglia, accorgersi che a Pavia il sindaco preferito d'Italia (secondo un sondaggio riportato sul Sole24ora) ha perso il ballottaggio è stato piacevole, impossibile nasconderlo... Non che si sia felici per la controparte, perché non la si conosce, si festeggia la sconfitta di Alessandro Cattaneo e la sua giunta per la poca trasparenza, le indagini, le chiacchiere. Neri e Abelli, Trevi e Greco. Diciamocelo, non era una buona "cosa pubblica".

La seconda buona nuova sono le condanne ai Valle, a parte del clan di 'ndrangheta già operante a Vigevano. Il giornalista Giuzzi ne scrive sul Corriere, citando l'immancabile Pedone.
QUI IL LINK: http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_giugno_13/condanna-valle-mafiosi-sigillo-cassazione-d41ad2ae-f2cb-11e3-9109-f9f25fcc02f9.shtml

lunedì 9 giugno 2014

INVITO PRESENTAZIONE CAMPAGNA “MISERIA LADRA”

Perché quando c'è povertà, le mafie si inseriscono:

La povertà ruba speranza e diritti. La complessità e la profondità della crisi, la fragilità delle risposte in campo, le mafie che si rafforzano in una società diseguale e politicamente debole, devono esortare ognuno di noi a fare di più:
ne abbiamo il DIRITTO e la RESPONSABILITÀ

Siamo tutti invitati ad un incontro di presentazione della campagna MISERIA LADRA, promossa da Libera e dal Gruppo Abele. Campagna basata sull’analisi socio-economica del Paese, raccolta in un dossier che racconta numeri e storie di un Paese fragile, povero, segnato dalla disoccupazione e dalla disuguaglianza sociale. Campagna che, forte di quest’analisi e dei dettami costituzionali, ha l’ambizione di dichiarare illegale la povertà e supportare chi sul territorio contrasta ed argina quotidianamente il dilagare della disuguaglianza.

L'incontro si terrà martedì 24 giugno alle ore 20.30
presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Pavia.

Interverranno:
Carlo Santagostino, avvocato ed esperto di Diritto Costituzionale
Giuseppe De Marzo, responsabile nazionale della campagna.
Modererà Cristina Barbieri, ricercatrice in Scienza Politica presso l’Università degli Studi di Pavia.
Seguiranno gli interventi degli aderenti alla campagna e dei partecipanti alla serata.

 

martedì 3 giugno 2014

DARE VITA A UN BENE (COMUNE) CONFISCATO

Da Libera Vigevano:
Un campo non ci bastava perché i beni confiscati sono la nostra priorità!
Da poche settimane è stato assegnato uno dei 9 beni confiscati a Vigevano all'Associazione Il Focolare. Sono bastati un paio di incontri per capire che questa realtà non deve essere lasciata sola. Sono persone che coraggiosamente si sono presi carico di un capannone ed un'abitazione in terribili condizioni in via Boselli, 25 a Vigevano.

Hanno già iniziato i lavori e già si vedono gli effetti di tanto impegno e tante energie.
L'importanza di creare una rete virtuosa deve dimostrarsi in questi momenti.
Noi li aiuteremo in ogni modo, sporcandoci le mani.
E voi da che parte state?

sabato 31 maggio 2014

PIZZA, SANGUE E VIDEO"ROCK"

http://www.casonefilm.org/1.htm
Domenica 1 giugno celebriamo l'annuale Festa della Repubblica! Alle ore 21:30 presentazione del libro 'Pizza, Sangue e Videopoker', un intrigante documentario di come la 'ndrangheta si è strutturata al Nord, in Lombardia e nel gioco d'azzardo. Interverranno gli autori del saggio edito da Barriera Edizioni.

Alle ore 22:30 concerti live acustici di:
- MARY JOE & LO STRAPPACORDE (acoustic duo, vo)
- NYLON (acoustic rock, pv)
@ Pub Mary Flowers di Castelletto di Branduzzo (PV). Ingresso libero. Promozione Alcooligans: Birre da 1,00 euro / Vino da 1,00 euro / cocktails da 3,00 euro / "Acqua di Stalingrado" da 2,00 euro.

mercoledì 28 maggio 2014

PAVIA, EPPURE NON SEMBRAVA UNA SCELTA COSI' DIFFICILE

Cattaneo non ha vinto al primo al turno e si dovrà giocare tutto contro lo sfidante principale, Depaoli. Un'amministrazione devastata, si fa per dire visto che coloro che sono stati sfiorati dalle inchieste sono rimasti (quasi) tutti seduti sulle poltrone, dagli scandali legati alle inchieste riguardanti la criminalità organizzata di stampo mafioso in città. Eppure Cattaneo è ancora lì a giocarsela, tra Abelli, Royal Games e l'ombra di Filippi e Pino Neri. Nessun indagato, tutti assolti.

http://pallaroni-pavia.blogautore.repubblica.it/2014/05/27/cattaneo-depaoli-arrivederci-all8-giugno/


http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/04/comuni-al-voto-a-pavia-troppe-ombre-sul-sindaco-piu-amato-ditalia/939773/

giovedì 22 maggio 2014

MILANO PER FALCONE E BORSELLINO

23 maggio 2014: Seminari di approfondimento e Beethoven per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino 

NEL NOME DI FALCONE E BORSELLINO
 A) ore 15.00 - 16.45   Liceo Volta, via Benedetto Marcello, 7: Tre incontri di approfondimento aperti alla città:

   1)- "La storia del giovane Rocco, uno dei primi pentiti della 'ndrangheta a Milano". Rappresentazione liberamente tratta dal libro "gli anni della peste" di Fabrizio Gatti.A cura dei ragazzi del presidio "Lea Garofalo" e del Liceo Volta.


-2)“ La trattativa mafia-Stato. Analisi critica di una delle più controverse questioni degli ultimi anni”
Partecipano Lorenzo Frigerio (Coordinatore di Libera-Informazione) e Giuseppe Teri (Libera-Formazione)

- 3) “I manuali di Storia e la mafia. Uno dei grandi rimossi dell'insegnamento della Storia nella scuola italiana: il ruolo della mafia nella storia sociale e politica della Repubblica”
A cura del Presidio di Libera della Facoltà di Scienze Politiche (Unilibera Milano) e degli studenti del Liceo Severi. Conduce Duilio Catalano (Coordinamento delle scuole milanesi per la legalità e la cittadinanza attiva)



ore 17.00 - 18.15  Via Benedetto Marcello, presso i Giardini prospicienti il Liceo Scientifico A. Volta all’Albero Falcone/Borsellino, luogo di Memoria, di Impegno e di Speranza :

 b)  Alle ore 17.00 si terrà la  commemorazione dedicata ai giudici Giovanni  Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo e agli uomini delle scorte nei giardini  a loro dedicati in via Benedetto Marcello, alla presenza di rappresentanti del mondo della scuola e delle istituzioni.

Partecipa Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano.
Coordinano : Davide Salluzzo, Referente regionale di Libera in Lombardia e Pietro De Luca, Preside Istituto Marignoni-Polo del Coordinamento Scuole Milanesi per la Legalità e la Cittadinanza Attiva.

-C) Alle ore 17,30 renderanno omaggio a Falcone e Borsellino, dodici violoncellisti internazionali, guidati da Giovanni Sollima eseguiranno il Secondo Movimento della Settima Sinfonia di Beethoven.
Giovanni Sollimaè uno dei compositori del Requiem per le vittime della mafia, eseguito il 23 maggio 1993 nella Cattedrale di Palermo; i dodici solisti si troveranno a Milano in quanto colonna portante del FESTIVAL ITINERANTE DEI 100 VIOLONCELLI, organizzato dal CRT Milano e dalla Società Italiana del Violoncello, con il sostegno della Casa Musicale Sonzogno, in programma a Milano dal 23 al 25 maggio alla Triennale/Teatro dell’Arte.

D) 17,58, momento della strage di Capaci a Palermo : il suono della sirena dei vigili del fuoco della caserma di  via Benedetto Marcello accompagna un minuto di silenzio, dedicato a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta
Conclusione
E) Chiude la manifestazione il Preside Domenico   del Liceo Volta, il Liceo che dal '93 è custode dell'Albero Falcone /Borsellino, insieme al Coordinamento delle scuole milanesi per la legalità e la cittadinanza attiva

mercoledì 14 maggio 2014

LE MAFIE CI UNISCONO, 16 MAGGIO ULTIMO APPUNTAMENTO

Venerdì si concluderà la nostra rassegna cinematografica. 

Quello di venerdì 16 maggio alle 21.00 sarà il quarto appuntamento che ci diamo al Cinema Odeon (via berruti,2) di Vigevano, per condividere la visione di "Una strage di Stato - 19 luglio 1992"  con ospiti del Coordinamento lombardo dei familiari delle vittime delle mafie che porteranno la propria testimonianza ed il proprio ricordo.

Fare memoria insieme è già un impegno!!


martedì 6 maggio 2014

LE MAFIE CI UNISCONO, 9 MAGGIO TERZO APPUNTAMENTO A VIGEVANO



Venerdì 9 maggio, alle 21, presso il cinema teatro Odeon di Vigevano, si terrà il terzo e peultimo appuntamento della rassegna cinematografica "Le mafie ci uniscono". Gli ospiti della serata saranno gli autori del documentario Bruno Caccia: Una storia ancora da scrivere, Davide Pecorelli ed Elena Ciccarello.

Un viaggio per ricostruire la storia di Bruno Caccia, Procuratore Capo di Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia il mandante dell’assassinio.Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e della ‘ndrangheta.Il documentario (autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmo. (Davide Pecorelli, 23 giugno 2013)

Un omicidio, quello di Caccia, compiuto nel Nord Italia, nel giugno del 1983 quindi un mese prima di quello del magistrato Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia il 29 luglio 1983: Torino-Palermo, Nord-Sud, 'ndrangheta-cosa nostra. Le mafie ci uniscono.
L'ingresso è alla proiezione è LIBERO

Articolo di Elena Ciccarelli sul caso Caccia:http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/16/omicidio-di-bruno-caccia-una-pista-30-anni-dopo-i-familiari-nuovo-processo/916019/




 Un viaggio per ricostruire la storia di Bruno Caccia, Procuratore Capo di Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia il mandante dell’assassinio.
Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e della ‘ndrangheta.
Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in corso Trapani 91/b a Torino. - See more at: http://www.narcomafie.it/2013/06/25/bruno-caccia-una-storia-ancora-da-scrivere-video/#sthash.tjFAEGp6.dpuf
Un viaggio per ricostruire la storia di Bruno Caccia, Procuratore Capo di Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia il mandante dell’assassinio. Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e della ‘ndrangheta. Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in corso Trapani 91/b a Torino. - See more at: http://www.narcomafie.it/2013/06/25/bruno-caccia-una-storia-ancora-da-scrivere-video/#sthash.ZfqT3Fio.dpuf
 
Un viaggio per ricostruire la storia di Bruno Caccia, Procuratore Capo di Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia il mandante dell’assassinio. Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e della ‘ndrangheta. Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in corso Trapani 91/b a Torino. - See more at: http://www.narcomafie.it/2013/06/25/bruno-caccia-una-storia-ancora-da-scrivere-video/#sthash.ZfqT3Fio.dpuf
Un viaggio per ricostruire la storia di Bruno Caccia, Procuratore Capo di Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia il mandante dell’assassinio. Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e della ‘ndrangheta. Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in corso Trapani 91/b a Torino. - See more at: http://www.narcomafie.it/2013/06/25/bruno-caccia-una-storia-ancora-da-scrivere-video/#sthash.ZfqT3Fio.dpuf
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Un viaggio per ricostruire la storia di Bruno Caccia, Procuratore Capo di Torino, ucciso il 26 giugno del 1983. Dopo trent’anni dall’omicidio esiste un unico colpevole: Domenico Belfiore, ritenuto dalla Giustizia il mandante dell’assassinio. Partendo dalla richiesta dei figli, che dopo 30 anni chiedono che sia fatta chiarezza attorno all’esecuzione del padre, il documentario ricostruisce – attraverso la voce dei protagonisti di quegli anni – il contesto di Torino, le inchieste più scomode condotte da Bruno Caccia e gli scenari inediti e inesplorati che evidenziano altri interessi dietro l’eliminazione del magistrato, oltre a quelli di Domenico Belfiore e della ‘ndrangheta. Il documentario ( autori Elena Ciccarello e Davide Pecorelli; regia e montaggio di Christian Nasi) è prodotto da Libera Piemonte e Acmos e verrà presentato mercoledì 26 giugno 2013 alla Fabbrica delle “e” in corso Trapani 91/b a Torino. - See more at: http://www.narcomafie.it/2013/06/25/bruno-caccia-una-storia-ancora-da-scrivere-video/#sthash.ZfqT3Fio.dpuf

martedì 29 aprile 2014

LEZIONI IN PIAZZA AD ABBIATEGRASSO, IL 17 MAGGIO CI SIAMO ANCHE NOI




4 incontri pubblici in piazza. 4 opportunità per ascoltare, discutere e approfondire tematiche di interesse che, per motivi diversi, condividiamo con la criminalità organizzata. 
In collaborazione con Sara Manisera di Stampo Antimafioso e il Comune di Abbiategrasso.

PER SAPERNE DI PIÙ: http://www.humusinfabula.org/lezioni-di-piazza-dal-5-aprile-2014/

lunedì 28 aprile 2014

MANIFESTO DELL'ANTIMAFIA

Lunedì 28 aprile, alle 20:30, presso l'Ostello Bello in via Medici 4 a Milano, verrà presentato Il Manifesto dell'antimafia.


L'ultimo libro di Nando Dalla Chiesa. Con l'autore interviene Alberto Nobili, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, modera Martina Mazzeo della Redazione di Stampo Antimafioso.

"E' ora di mettere a frutto ciò che abbiamo imparato in decenni di lotta alla mafia, nella militanza civile e politica come negli studi. Di denunciare le debolezze della società "innocente" tracciando le linee di una strategia generale, in cui ogni libero cittadino scopra finalmente il proprio posto e la propria funzione"

martedì 22 aprile 2014

LE ARMI NASCOSTE NEL BENE CONFISCATO


Per il boss Antonino Zacco doveva diventare un hotel, per il comune di Vigevano una casa di riposo, per i nuovi spacciatori in città è un luogo dove nascondere le armi. Ferjani Zammal, l'uomo che ha ucciso a bastonate alla stazione Allal Khalis per questioni legate allo spaccio era stato ritrovato in possesso di armi durante un controllo in via Cascine Barbavara in un bene confiscato proprio al boss mafioso Zacco, condannato nel processo "Duomo Connection"  assieme al boss Antonino Carollo. Erano gli anni '90 e per la prima volta a Milano il nome dei mafiosi si legava a quello dei politici. I siciliani gestivano ancora la droga sul mercato milanese, dopo aver rilevato il business un tempo saldamente in mano prima a Frank Turatello e poi al suo luogotenente Angelo Epaminonda. Per i pubblici ministeri Falcone e Bocassini il loro clan era quello che permetteva ai Corleonesi di estendere i loro tentacoli al Nord. Zacco, catturato in un appartamento di corso Sempione in particolare aveva gestito la raffineria di eroina di Alcamo in Sicilia. La sua conoscenza delle droghe gli aveva fatto guadagnare il soprannome de “il sommelier” che lo distingueva nella malavita assieme a quello di “Nino il bello”. Decapitata la cosca e condannati tutti i componenti si passò alle confische. A Vigevano Nino aveva un grande stabile in via Cascine Barbavara all'incrocio con la circonvallazione. Nelle sue intenzioni sarebbe dovuto diventare un hotel. In realtà gli è stato confiscato prima che questo avvenisse. Dopo essere stato assegnato all'amministrazione comunale, il bene al momento fatiscente non è mai stato utilizzato. In un primo tempo si era pensato di utilizzarlo come Casa di Riposo, il famoso De Rodolfi 2, ma l'idea non è mai andata in porto. L'enorme villa giace dunque inutilizzata. Il tetto ha ceduto e il cortile è pieno di erbacce. I lavori da effettuare oggi sono piuttosto onerosi e sembra proprio, purtroppo, che l'unico utilizzo che si possa fare di un bene confiscato alla malavita rimanga quello di nasconderci le armi dei nuovi spacciatori.

giovedì 17 aprile 2014

ALAGNA LOMELLINA (PV), LA PROVINCIA CHIEDE IL BENE

La Provincia di Pavia chiede all’”Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati”  l’assegnazione di un bene sequestrato e confiscato alla criminalità organizzata per farlo entrare nel proprio patrimonio e riutilizzarlo a fini sociali. E’ la prima volta che accade nella storia della Provincia di Pavia. Il bene interessato è sito nel comune di Alagna Lomellina ed è stato confiscato al clan Valle con decreto del Tribunale di Pavia nell’ottobre 1992.

CONTINUA QUI: http://www.provincia.pv.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6529:beni-confiscati-alla-mafia-un-immobile-del-clan-valle-sara-destinato-ad-usi-sociali&catid=7&Itemid=109&lang=it

martedì 15 aprile 2014

ALL'ALGA VINCERÒ





A Pavia piace proprio lavorare con la ditta Alga. Ad esempio l'Engineering Group di Angelo Ciocca, consigliere regionale in quota Lega, e Ileano Comizzoli, leghista della prima ora di San Genesio, quando manda il proprio curriculum vanta tra le consulenze rilasciate proprio quella con l'Alga, tra le ditte che lavorano al nuovo ponte di Vigevano. In realtà utilizzare l'Alga come garanzia non è proprio una mossa accorta dal momento che il tribunale dell'Aquila ha rinviato a giudizio Agostino Marioni, all’epoca dirigente dell’Alga spa., l’impresa che aveva costruito i meccanismi antisismici oggetto dell’inchiesta.

http://www.huffingtonpost.it/2013/10/27/terremoto-laquila-isolante-antisismico-spezzato_n_4167971.html 

Lo Studio Ciocca mantiene interessi fondiari, non solo a Pavia. Una nota della Dia alla Procura della Repubblica di Milano (3 maggio 2010) ribadisce che alle elezioni amministrative pavesi 2009 Pino Neri e Antonio Dieni hanno candidato Rocco Del Prete nelle liste di Rinnovare Pavia, "per il quale avevano altresì interessato Angelo Ciocca e la famiglia Filippi". Secondo gli inquirenti, dopo la mancata elezione di Del Prete, Neri e Dieni avrebbero sollecitato Ciocca e la stessa famiglia Filippi affinché Del Prete "ricevesse qualche incarico agevolando le dimissioni di Paolo Bobbio Pallavicini, altro candidato. (...) Dalle intercettazioni telefoniche dell'utenza in uso da Neri si percepiva che l'amministratore (ovvero Ciocca) sarebbe stato ricompensato con la vendita allo stesso, a prezzo di favore, di un appartamento in pizza Petrarca 1/a". (Sprofondo Nord -  Effigie - nota 130 p. 140)

Angelo Ciocca non è stato indagato. Convocato in Tribunale per deporre ha arrichito la sua deposizione con diversi non ricordo (http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2012/07/13/news/ciocca-un-solo-incontro-con-neri-1.5402716)

Vi è stata una delega totale e inammissibile nei confronti della magistratura e delle forze dell'ordine a occuparsi esse solo del problema della mafia [...]. E c'è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l'ha condannato, ergo quell'uomo è onesto... e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be' ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest'uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest'uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!(Paolo Borsellino)

lunedì 14 aprile 2014

IL LIBANO HA IL SUO SUPER LATITANTE. VIGEVANO NON È DA MENO

Notiza bomba di questi giorni è la latitanza (già finita..) libanese del co-fondatore di Forza Italia, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa in secondo grado: Marcello Dell'Utri,

Storie di latitanti ne esistono molte, attraversano tutto il Bel Paese ed il territorio lomellino non è da meno. A Vigevano, a metà anni Ottanta fu trovato il bandito sardo Graziano Mesina in via D'Avalos, al numero 59 ospite (latitante, chiaro) di Antonino Papalia, pregiudicato per truffa nonché fratello di Giandomenico, medico e politico locale.

Più recente, sempre nella città Ducale, la latitanza di Salvatore Galluzzi, narcotrafficante 'ndranghetista, preso a Vigevano nel febbraio del 2011. Al momento dell'arresto, secondo l'accusa, si trovava in compagnia di Roberto Feratti. Quest ultimo a Vigevano è un nome noto (o almeno dovrebbe..), co-fondatore insieme al pregiudicato gemello, Angelo, della Gemel Edil, ditta chiusa per bancarotta e riciclaggio. 

Secondo l'accusa Roberto Feratti, arrestato nell'estate del 2013, avrebbe dato appoggio logistico al latitante Galluzzi, insieme a Vincenzo Interlandi e a Esposito Donato, il titolare dell'agenzia di pompe fumebri "Il Pardiso", in corso Milano al numero 40.
L'operazione che ha portato all'arresto di Feratti (Roberto), denominata "STOP", ha permesso inoltre di porre fine al controllo totale della vendita, imposta, di caffè da parte della cosca della ‘ndrangheta degli Acri, nella zona di Rossano, in provincia di Cosenza e nella zona di Rho, hinterland milanese, con affiliati a Vigevano e Gambolò. Cui, sempre secondo l'accusa, ROberto Feratti faceva parte.

LEGGI QUI:  http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2013/06/20/907076-ndrangheta-caffe-clan-acri.shtml

giovedì 10 aprile 2014

DOMANI (VENERDÌ 11 APRILE) INIZIA LA RASSEGNA PER PRENDERE COSCIENZA

Ad un anno circa dalla presentazione di Pizza sangue e videopoker presso il cinema teatro Odeon di Vigevano, in via Berruti, prenderà il via una rassegna cinematografica per spiegare le (NON) differenze della colonizzazione mafiosa tra Nord e Sud. Un importante progetto avanzato da Libera Vigevano e dall'associazione culturale LaBarriera, per far si che i cittadini vigevanesi e non, prendano coscienza di un fenomeno che leva libertà a tutti gli onesti.

Durante il primo incontro del cineforum, ad introdurre il percorso e la serata sarà Simone Satta, co-autore del libro.


LEGGI QUI: http://laprovinciapavese.gelocal.it/tempo-libero/2014/04/08/news/film-per-parlare-di-mafia-1.9002891

lunedì 7 aprile 2014

LE MAFIE CI UNISCONO. RASSEGNA CINEMATOGRAFICA A VIGEVANO


Le mafie ci uniscono. Le (NON) differenze dell'infiltrazione mafiosa tra Nord e Sud.

Una rassegna cinematografica di memoria, impegno e solidarietà, presso il Cinema Odeon in via Berruti 2, a Vigevano. Il titolo della rassegna, Le mafie ci uniscono, è volutamente provocatorio e preso in prestito dall'associazione antimafie da Sud che ha pensato di utilizzarlo per una campagna volta a sottolineare come «le mafie sono un elemento strutturale di questo Paese, da Nord a Sud». Quattro venerdì nei quali, oltre alla visione di un film a tema, sarà possibile confrontarsi con le esperienze di persone che al Nord hanno vissuto le mafie sulla propria pelle, soffrendole, contrastandole e, anche, vincendole. Ospiti che permetteranno di realizzare un vero e proprio cineforum in cui discutere il determinato film in rassegna, ma anche prendere consapevolezza di quanto le mafie siano radicate nelle regioni settentrionali, da decenni, e quale livello di colonizzazione abbiano ormai raggiunto. Fingere che le mafie siano solo un problema del Sud Italia o che, peggio, non ci siano, non risolve il problema ma anzi lo alimenta. Milano e l'hinterland (Buccinasco, Corsico, Trezzano sul Naviglio, Bollate e altri Comuni); Torino e l'hinterland; Alessandria; Pavia; Vigevano, sono città che hanno (o hanno avuto) una forte presenza delle mafie che attraverso i loro metodi illegali hanno rovinato la giurisdizione locale. È necessario aprire gli occhi e prendere coscienza, come cittadini informati sui fatti, della necessità che ognuno faccia la sua parte, così da rompere il muro d'omertà che caratterizza in negativo il Nord Italia.
Si comincia l'11 aprile con la proiezione del film di Pif La mafia uccide solo d'estate, non mandato nelle sale di Vigevano e limitrofe: una prima visione per la Lomellina. Il dibattito, che sarà moderato da Simone Satta, co-autore del libro Pizza Sangue e Videopoker. Come la 'ndrangheta si è strutturata al Nord, da Vigevano in Lombardia (La Barriera edizioni), presenterà un parallelismo di presentazione tra Nord e Sud.
Si prosegue il 18 aprile con la proiezione del film diretto da Marco Amenta La siciliana ribelle, liberamente ispirato alla vera storia di Rita Atria, testimone di giustizia. Il dibattito, che sarà moderato dai ragazzi del presidio di Libera di Milano intitolato a Lea Garofalo, avrà come tema l'antimafia che si fa donna, mostrando con due esempi virtuosi il coraggio di donne che da Nord a Sud hanno contrastato la criminalità organizzata.
Il 9 maggio verrà presentato il documentario Bruno Caccia – Una storia ancora da scrivere di Davide Pecorelli ed Elena Ciccarello, sulla storia del Procuratore della Repubblica di Torino ucciso trentanni fa dalla 'ndrangheta e sui cui in queste settimane stanno emergendo nuove piste di indagine per una verità che non è stata ancora realmente scoperta. Interverranno i registi e i ragazzi del bene confiscato alla cosca di 'ndrangheta Belfiore a San Sebastiano da Po, in provincia di Torino, intitolato a Bruno e Carla Caccia. Il tema affrontato spazierà dalla figura del Procuratore ai beni confiscati alle mafie nel Nord Italia.
Si conclude il 16 maggio con la proiezione del Documentario 19 luglio 1992 - Una Strage di Stato di Salvatore Borsellino Il dibattito, sarà incentrato sul racconto di Salvatore Borsellino e il suo movimento delle Agende Rosse e arricchito dalle testimonianze dei familiari delle vittime innocenti di mafia che al Nord hanno perso i loro cari per mano della criminalità organizzata.
I film inizieranno alle 21:00, preceduti da una breve presentazione del tema. Al termine della visione si avvierà il dibattito.
Il costo del biglietto è di 5,00 euro. Per gli associati a Libera e gli studenti il costo del biglietto è di 3,00 euro. Abbonamento 4 film 15,00 euro.


domenica 6 aprile 2014

SCUOLA E FAMIGLIA: UN PATTO CONTRO LE MAFIE.


Martedì 15 aprile 2014 alle ore 20.30 i Comitati Genitori degli Istituti Caramuel, Casale e Cairoli, organizzano, in collaborazione con “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e con il patrocinio del Comune di Vigevano, un dibattito incentrato sul tema della legalità e sulla trasmissione dei valori ad essa legati in ambienti quali la famiglia e la scuola.

Tutto ciò avviene nell’ambito del ciclo di incontri educativi previsti nel corso dell’anno scolastico 2013-14.
Relatore sarà Nando dalla Chiesa, Professore Associato di Sociologia della Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, presentato da Mario Pacali, Direttore de “L'Informatore”.
L'incontro avrà luogo presso l’auditorium dell’Istituto Caramuel, via Segantini 21 - Vigevano
L’iniziativa, oltre che ai genitori ed ai docenti, è rivolta in particolare ai giovani, chiamati ad assumere un ruolo attivo e di consapevolezza riguardo al fenomeno mafioso da vivere anche nella quotidianità. Nel corso della serata verrà presentata l’esperienza degli studenti delle scuole che hanno aderito al progetto di educazione alla legalità proposto da Libera.


giovedì 3 aprile 2014

COSENTINO, COSE DI CASA NOSTRA, O QUASI

E' di oggi 03/04/2014) la notizia che Nicola Cosentino, ex sottosegratario e parlamentare Pdl a processo perché accusato di collusione con il clan dei Casalesi, è finito in carcere con i fratelli Antonio e Giovanni

(...) nell’ambito di un’inchiesta sulla vendita di carburanti in provincia diCaserta. In tutto sono state emesse tredici ordinanze di custodia cautelare (sei in carcere, sette ai domiciliari), che hanno colpito anche Pasquale e Antonio Zagaria (già in carcere) fratelli di Michele, boss del più importante clan dei Casalesi insieme a quello di Francesco Schiavone. Tra le accuse: estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/03/camorra-ex-parlamentare-cosentino-arrestato-insieme-ai-fratelli-zagaria/937045/

Solito Sud, solita Campania, solita Camorra, questo il messaggio (oltre a: soliti politici) che potrebbe passare. E invece no! Il "pulito" e omertoso Nord Italia non si tira indietro, fingendosi poco accorto, di fronte a persone chiacchierate, indagate o colluse in modo accertato con la criminalità organizzata di stampo mafioso, sia al Sud che al Nord. Per rimanere in tema di Cosentino e fratelli, bisogna far procedere la memoria indietro negli anni (ma neanche troppi), dirigendola verso la rossa, politicamente parlando, Emilia Romagna. Eh sì. Il nome da ricordare è Hera S.p.a. multiulity partecipata dal pubblico, ovvero da alcuni Comuni emiliani e romagnoli, finita in affari con i fratelli Cosentino. Non Nicola, in questo caso, ma Giacomo e Giovanni. Scrive Giovanni Tizian, giornalista d'inchiesta antimafia nel suo libro Gotica (’ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea (Round Robin editore, 306 pp. - 15 euro):


  1. Tra gli affari della famiglia Cosentino ci sarebbe la centrale termoelettrica a turbogas di Sparanise, a trenta chilometri da Casal  di Principe, luogo di nascita dei fratelli Cosentino. La centrale è un impianto di 800 megawatt, inaugurato nel 2007: all'epoca Nicola Cosentino era deputato. A guadagnarci dal super impianto delle campagne casertane, devastate dai veleni sversati dai clan fino al 1989, sono due società: Hepa spa e Scr srl. La prima controlla, per 50,01 per cento, una società chiamata Hera Comm Mediterranea. La restante quota, 49,99 per cento, è detenuta dalla società Scr. Una società misteriosa quest'ultima (...) non è possibile conoscere i reali proprietari. Sono, però, noti i rappresentanti del consiglio di amministrazione di Scr. All'interno del quale siedono Giovanni Cosentino, fratello del sottosegratario indagato, Enrico Recci, amico fedele dei Cosentino e proveniente dal mondo degli allevatori di bufale, Cristian Fabbri, e Vanni Bertozzi. Presidente del consiglio d'amministrazione è Loris Lorenzi. Giovanni Cosentino, incensurato, coniugato con Maria Diana di San Cipriano d'Aversa, figlia di  Costantino Diana, deceduto, arrestato nella nota operazione di polizia Spartacus, la stessa che portò alla cattura di molti uomini del clan dei insediatisi in provincia di Modena. Ma c'è di più: Giovanni Cosentino non è soltanto nel consiglio di amministrazione di Scr, è anche proprietario dell'Aversana Petroli insieme agli altri cinque fratelli, escluso il sottosegratario inquisito. Uno di questi, Mario Cosentino, ha sposato la sorella di Giuseppe Russo condannato all'ergastolo per associazione mafiosa ed omicidio. (...) In questo contesto si è inserita Hera spa, attraverso la controllata Hera Comm Mediterranea, la cui sede è in un capannone dell'Aversana Petroli della famiglia Cosentino. E il rappresentante della società multiservizi, controllata da 180 comuni dell'Emilia Romagna, siede accanto a Giovanni Cosentino e ad Enrico Reccia. Quest'ultimo risultava essere presidente del consiglio sindacale di una cooperativa nella quale il sindaco era un certo Salvatore Della Corte, arrestato e condannato come complice di Michele Zagaria, "Capastorta", latitante e considerato la mente imprenditoriale del clan dei Casalesi.

sabato 29 marzo 2014

PINO NERI DOCET

Pino Neri, che organizzò un paio di convivi elettorali, a Pavia, in sostegno dell'attuale sindaco Alessandro Cattaneo (Forzi Italia-Pdl). Pino Neri, tessera del P.C.I. (Partito Comunista Italiano) in tasca, che aprì negli anni Ottanta uno studio di consulenza fiscale a Vigevano. Pino Neri che (pare) abbia spinto per  favorire un candidato di Rinnovare Pavia, lista civica in sostegno di Cattaneo alle scorse elezioni amministrative pavesi. Pino Neri, condannato in primo grado a diciotto (18) anni di carcere per associazione mafiosa nel dicembre 2012.

Pino Neri docet:

Questi che siamo seduti a tavola abbiamo tutti pari responsabilità, perché noi questo vogliamo! E questo vogliono gli uomini, questo vuole la logica e la regola! Quindi, ognuno, le regole che hanno stabilito lì giù [in Calabria] che ognuno è responsabile del proprio "locale", tutti sono responsabili della Lombardia. I "locali" in Lombardia per essere riconosciuti in Calabria devono rispondere qua [in Lombardia]. ... D'ora in poi deve stare a "patti e prescrizioni", una di queste regole, per un anno, per un anno, fermi tutti gli operati [ossia le assegnazioni di doti]. Non solo qua, pure in Calabria. Dopodiché, noi più avanti ci incontriamo per vedere come funziona in questa maniera, vediamo se dobbiamo cambiare qualcosa e fra un anno scendiamo in Calabria... Ho appuntamento con gli uomini della Calabria, ci vediamo e discutiamo per vedere il da farsi... Se uno vuole portare avanti qualcuno, la regola è che si deve "passare parere" [cioè attendere il nullaosta], perché vedete, certe volte "passiamo un parere", e un giorno prima l'abbiamo fatto, ma non va bene!... Avrei pensato io, per[ché]... penso che nessuno di noi vuole... "pennacchi"... per il momento... di creare una figura, in mezzo noi, un uomo... una sola figura, un "Mastro Generale" per la Lombardia a cui, ognuno di noi deve passare qualcosa...

L'avvocato Pino Neri, intercettato il 31 ottobre 2009, durante il suo intervento in un summit di 'ndrangheta presso il circolo ARCI di Paderno Dugnano

giovedì 27 marzo 2014

TREZZANO, VIGEVANO = GUZZARDI-DI MARCO

Buone notizie da Trezzano sul Naviglio (MI)

Una villa di 180 mq di proprietà del boss di Cosa nostra Salvatore di Marco, del clan Guzzardi di Marco, si è oggi trasformata in "casa libera", un presidio dell' Associazione Libera, dove si farà informazione contro le mafie e verrà aperto uno sportello antiracket e usura. (http://video.repubblica.it/edizione/milano/milano-la-villa-del-boss-diventa-uno-sportello-antiracket/160590/159079?ref=HREV-1)

Il clan Guzzardi, cosa nostra, ha avuto in mano per un lungo periodo il mercato della droga a Vigevano, sull'asse Vigevano-Trezzano, appunto.
Salvatore Di Marco, boss anch'egli implicato nel mercato della droga ("polvere bianca" ed eroina) ha vissuto anche a Vigevano, in un appartamento in via Seregni, confiscato nel 2004 e assegnato nel 2006 al Comune che inizialmente ne ha fatto un alloggio per indigenti. Purtroppo dal 2011 il bene risulta sfitto.

mercoledì 26 marzo 2014

VIGEVANO, RAGAZZI CONSAPEVOLI

Un percorso di educazione alla Legalità cui hanno preso parte alcune della classi del liceo Cairoli di Vigevano (scuola iscritta a Libera), organizzato dai ragazzi del presidio di Libera di Vigevano. Un progetto che ha portato a galla la consapevolezza di studenti tra i 14 e 16 anni, conoscitori del fenomeno mafioso. Vigevano, come buona parte del Nord Italia, è  stato ed è territorio di mafie, 'ndrangheta su tutte. Quando il clan Valle veniva arrestato, processato e condannato, gli studenti non erano ancora nati, eppure, pur non conoscendo le vicende che hanno intaccato la città in cui vivono, hanno piena coscienza di cosa siano le mafie.

QUI IL VIDEO INTERVISTA AD ALCUNI DI LORO: https://www.youtube.com/watch?v=gTg96qMWEZE

lunedì 24 marzo 2014

27 MARZO, ORE 16, MORTARA

Giovedì 27 marzo, alle ore 16, Andrea Ballone e Simone Satta presenteranno Pizza, sangue  e videopoker. Come la  ‘ndrangheta si è strutturata al Nord, da Vigevano in Lombardia a Mortara, presso la biblioteca comunale "Civico17" di via Vittorio Veneto.
Quarto invito in uno spazio pubblico, dopo quelli alla biblioteca civica di Vigevano, a Milano per il Festival dei beni confiscati e alla biblioteca di Trecate. La speranza è che tra il pubblico siano presenti degli amministratori locali, in modo tale da poter scambiare opinioni con loro.
Non sempre si sono presentati. A spiccare sono state le assenze del sindaco di Vigevano, Andrea Sala, della Lega Nord (come il chiacchierino, con il boss Pino Neri, lo ricordiamo sempre, consigliere regionale Angelo Ciocca), anche invitato ufficialmente il 5 aprile 2013 a Vigevano, presso il cinema-teatro Odeon, e quella di Alessandro Cattaneo, sindaco Forza Italia di Pavia (che un paio di convivi da campagna elettorale se li è fatti pagare, a sua insaputa certo, dal boss Pino Neri).
Avranno certamente avuto di meglio da fare, mancherebbe altro.

LEGGI QUI: http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2014/01/09/news/storia-locale-curiosita-e-tracce-di-musica-del-territorio-1.8439380


venerdì 21 marzo 2014

OGGI, 21 MARZO, MEMORIA. DOMANI E DOPO, ANCHE

Oggi è il 21 marzo e come ogni primo giorno di primavera, dal 1996 si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. In molte piazze d'Italia saranno organizzate iniziative incentrate sulla lettura delle oltre NOVECENTO (900) vittime innocenti di mafia.
Vigevano non sarà da meno, il presidio di Libera sarà presente in piazza Ducale dalle 17:00, per ricordare e riflettere insieme alla cittadinanza. La stessa cittadinanza martoriata dal clan Valle negli anni Ottanta e Novanta, dalle sparatorie degli ultimi anni, da altri personaggi discutibili, come Cotroneo e Feratti.

Domani invece, ad Abbiategrasso, l'Officina del Territorio organizza “A quel gioco non ci sto – Spegni le slot e usa la testa!”, giornata dedicata al gioco sano.

All’interno della battaglia al gioco d’azzardo e alla piaga sociale delle slot machine, l’iniziativa vuole essere un incentivo al pubblico a conoscere una modalità di divertimento sana e a usufruirne nei locali che, con coraggio, resistono al guadagno facile delle macchinette mangia soldi sull’esempio di www.noslot.org e www.senzaslot.it.

QUI PER SAPERNE DI PIÙ: http://www.officinadelterritorio.it/aquelgiocononcisto/

lunedì 17 marzo 2014

TREVIGLIO, ANTIPATICHE NOTIZIE

Il commissariato di Pubblica sicurezza di Treviglio sarà soppresso a seguito della razionalizzazione programmata dal ministero dell’Interno. Si tratta del presidio di polizia 


che ha dato un contributo decisivo all’ultima indagine anti ‘ndrangheta che si è svolta al Nord, quella che ha portato alla scoperta di una “banca della ‘ndrangheta” dalle parti di Seveso, in provincia di Monza e Brianza. Nella bergamasca risiedevano 3 personaggi di spicco dell’associazione mafiosa, arrestati dieci giorni fa. (http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/03/16/bergamo-soppresso-il-commissariato-anti-ndrangheta-vitale-contro-il-crimine/270221/)

Treviglio, in provincia di Bergamo, ha un poco felice legame con Vigevano: in una cascina in via Calvenzano a Treviglio, demolita un paio d'anni fa circa, rimase prigioniero Pietro Torrielli, imprenditore vigevanese recentemente scomparso

Pietro Torielli, 34 anni, figlio del Cavalier Torielli, industria-
le molto noto in città, viene rapito mentre sta ritornando
a casa. Vigevano non appena apprende la notizia cade nel
panico. È il secondo rapimento che avviene in Italia, ed ac-
cade proprio nella città, a quell'epoca una città tranquilla,
simbolo dell'Italia provinciale. Fino alla liberazione di Pietro
Torielli i giornali scelgono questa linea "collaborativa" con la
polizia. La prima parte di questa vicenda si conclude il 9 feb-
braio 1973. Fino a questa data i giornali locali non dedicano
molto spazio o approfondimento al fatto di cronaca. Questo
può essere motivato in parte dall'atteggiamento di collabo-
razione con le forze dell'ordine, ma anche dal fatto che per i
giornalisti vigevanesi si tratta di una vera e propria novità.
Fino ad allora in tutta la Lomellina non era mai accaduto
un fatto di queste dimensioni, e che coinvolgesse personaggi
legati agli ambienti mafiosi. La cronaca nera sui giornali lo-
mellini era quasi inesistente, e le notizie erano quasi sempre
incidenti, furti, risse e qualche rapina realizzata in modo
molto grossolano, che raramente andava a buon fine. Con il
sequestro Torielli Vigevano scopre invece un parte di sé che
non conosceva, quella della malavita organizzata di stampo
mafioso. I giornali ne parleranno soltanto dopo il rilascio del
giovane. Torielli viene rilasciato dopo cinquantuno giorni e dopo il pagamento di un miliardo e duecentocinquanta milioni di lire – oggi
circa dieci milioni di euro – di riscatto. (Pizza sangue e videopoker - p. 21)
L'asse Vigevano-Treviglio è stato, in passato, sostenuto (anche) dagli affari della criminalità organizzata. I rapitori di Torielli

si erano messi in contatto con la famiglia dell’industriale tramite Michele Guzzardi, imprenditore edile e fidanzato della figlia del custode di casa Torielli: era lui a recapitare a casa le lettere del rapito e sempre a lui era stato affidato il compito di consegnare il denaro del riscatto ai sequestratori. Che il suo ruolo non fosse semplicemente quello del “postino” fu però ben presto chiaro alle forze dell’ordine che, analizzando il suo giro di frequentazioni e conducendo indagini approfondite sia su di lui che sui suoi conoscenti, riuscirono ad arrivare alla conclusione che dietro al rapimento vi era la longa manus di Luciano Leggio detto “Liggio”,la “primula rossa di Corleone”, boss di Cosa Nostra latitante a Milano – dove viveva con una donna ignara della sua doppia vita dalla quale ebbe anche un figlio; nel capoluogo lombardo fu arrestato nel ’74; proprio con il rapimento dell’industriale ducale e successivamente del conte Rossi di Montelera, inaugurò la stagione dei sequestri anche fra le nebbie padane. Con questi fondi Cosa nostra fu in grado di finanziare le attività criminose successive.(http://www.araldolomellino.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3944)

La storia, ma anche l'attualità in questo caso, dovrebbe essere di insegnamento. La razionalizzazione dovrebbe essere fatta sempre con criterio. Le mafie si sconfiggono conoscendo i territori in cui si muovono e promuovendo risorse a favore di chi suin quelle zone è attivo nel contrastarle.

martedì 11 marzo 2014

PAVIA, IL SINDACO PARADOSSALE

Alessandro Cattaneo, sindaco più amato d'Italia (secondo i sondaggi di Governance Poll 2013 condotti dalla società Ipr Marketing), combatte il male (affare) con supporti quanto meno paradossali: è recente la notizia che il consigliere Giovanni Demaria sarà ricandidato alle prossime, e a breve, elezioni amministrative del capoluogo pavese (città che detiene il record a livello nazionale per la presenza di slot e videolottery, nonché di spesa pro capite per il gioco) a sostegno del, anch'egli ricandidato, attuale sindaco. Demaria  è stato eletto alle scorse elezioni per la lista Rinnovare Pavia, chiacchierata per motivi legati ad un candidato fatto votare dal boss Pino Neri, ed è dipendente della Royal Games, azienda attiva nel settore delle macchinette. Cattaneo dice di voler contrastare la situazione drastica della sua città, per quanto concerne il gioco, ma così è come essere vegetariani e presiedere un'industria dedita al macello di suini, più o meno.
Di un anno fa, poi, la notizia che il sindaco rottamatore del centro-destra abbia avuto rapporti elettorali, cena e aperitivo cui Cattaneo partecipò, con Pino Neri il quale si era attivato per la campagna in vista delle elezioni, vinte proprio da Cattaneo. Il sindaco più amato del Bel Paese partecipò quindi a eventi mondani dedicati alla raccolta voti, organizzati da colui che a Paderno Dugnano alcuni mesi dopo, nel circolo Arci Falcone e Borsellino, fu eletto traghettatore e capo locale della 'ndrangheta in Lombardia. Chiaro, Cattaneo non conosceva il curriculum di Neri. Però Neri appoggiava Rinnovare Pavia (almeno un candidato, pare) il sindaco ha vinto le elezioni anche con i voti di Rinnovare Pavia. Un'antimafia scomoda, ecco. Ancora, un po' come essere vegano e bere il latte ogni mattina, più o meno.

QUI I LINK: http://sconfinamento.wordpress.com/2012/12/06/sindaco-cattaneo-dimettiti/

QUI I LINK: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/11/pavia-cattaneo-fa-guerra-alle-slot-ma-ricandida-dipendente-royal-games/907893/

lunedì 10 marzo 2014

CORPI DI REATO, ARCHEOLOGIA VISIVA DEI FENOMENI MAFIOSI

Un progetto per sollevare il tappeto e permettere a tutti di vedere lo sporco lì sotto accumulato. Tommaso Bonaventura e Alessandro Imbriaco hanno ideato Corpi di reato per ridare

alle mafie un orizzonte visibile seguendo i tanti segni lasciati sul territorio, ma anche mostrare il vuoto, l’assenza provocati dall’azione criminale: aule deserte di comuni commissariati, cantieri sequestrati, tutta la geografia disegnata dalle indagini di polizia, dagli avvistamenti dei latitanti, la ricerca dei covi.
Da qui l’esigenza di riportare allo sguardo il prodotto di anni di guerra contro la mafia, un mosaico di aule di tribunali, reperti giudiziari, carcasse di automobili, foto segnaletiche, mausolei dedicati agli eroi, bunker. L’immagine fotografica permette di mostrare esempi della natura manifesta dei fenomeni mafiosi, per poi rappresentare il confine oltre il quale tutto ciò svanisce di nuovo, e prendere atto della linea d’ombra oltre la quale la mafia svanisce, scivolando in una quotidianità anonima.
Già dieci anni fa si diceva che le mafie stessero diventando invisibili, celate dietro una maschera di normalità: Corpi di reato vuole tentare di ridare un’immagine alle mafie, così da creare un filo visivo che unisca la stagione cruenta di vent’anni fa alla zona grigia dove invece prosperano oggi.
QUI IL LINK: http://www.zona.org/progetti/corpi-di-reato/

In questi giorni Tommaso ed Alessandro stanno girando la Lombardia, anche Vigevano per i beni confiscai ai Valle...

mercoledì 5 marzo 2014

FOLLOW THE MONEY, DOVE INVESTE LA MAFIA

Dove investe la Mafia S.p.a.?
Una mappatura basata sulla ricerca di Transcrime, Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell’Università degli Studi di Trento, finanziata dalla direzione generale Affari interni della Commissione europea lo spiega:

QUI IL LINK: http://www.cattolicanews.it/studi-e-ricerche-dove-investe-mafia-spa

martedì 4 marzo 2014

LA MAFIA AL NORD NON C'È(RA)

Giuseppe Pensabene, legato alla cosca Imerti-Condello (come il clan Valle), co-reggente della locale di Desio provincia di Monza-Brianza (nordissimo), è riuscito ad allestire la struttura "bancaria" della 'ndrnagheta. Una filiale 'ndrnaghetista a Seveso, provincia di Monza-Brianza (nordissimo). Pensabene è stato arrestato insieme ad altre 46 persone nella recente operazione guidata da Alessandro Giuliano e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, guidata dal procuratore Ilda Boccassini.
Il sistema gestito dalla locale ‘ndranghetista di Desio si poggiava su una rete di società di copertura e sulla disponibilità di dipendenti postali, bancari e di imprenditori (Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ndrangheta-33-arresti-in-lombardia-organizzazione-gestiva-banca-clandestina/901282/).
Non stupisce, purtroppo, e non deve stupire che i soggetti esterni alla cosca, quindi non affiliati, fossero a conoscenza delle radici criminali dei loro partners. È così che funziona, soprattutto al Nord: il silenzio di chi sa, la convivenza interessata di chi può.
La mafia siamo noi, che prepariamo alle mafie il terreno in modo tale che loro possano piantare radici. La palude dei diversi clan di mafia, 'ndranghetisti o meno, siamo noi. Noi, quando taciamo ma sappiamo. Noi, quando ci chiediamo cosa possiamo fare, senza compiere il passo successivo all'interrogazione, cioè agire: vivendo onestamente, secondo le regole civili, la legalità. Vedendo, sentendo, parlando!
Per alcuni operatori economici la mafia rappresenta un vincolo, per altri un’opportunità”, scrive il gip. Perché, sempre secondo i magistrati antimafia di Milano, tutti gli imprenditori che entravano in contatto con l’organizzazione di Pensabene conoscevano la sua natura criminale. Ma proprio per questo cercavano di trarne il maggior profitto possibile per le loro attività. E anche quelli che venivano minacciati, non denunciavano i mammasantissima. Dall’operazione condotta dalla mobile milanese emerge un’altra figura: quella dell’imprenditore che viene assorbito dall’organizzazione.
(Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ndrangheta-33-arresti-in-lombardia-organizzazione-gestiva-banca-clandestina/901282/)
Già, come troppi altri, l'esempio dei Valle-Lampada ha permesso di conoscere il "nuovo" modo di agire dei clan nel Nord: pochi o nulli spari, tanta corruzione e amicizie tra i "colletti bianchi", questi ultimi pronti a dare una mano alla criminalità organizzata per averne un guadagno. E i cittadini? Zitti.

giovedì 27 febbraio 2014

DA POLSI A PADERNO DUGNANO

96 condanne e 28 assoluzioni inflitte nel processo di appello scaturito dall'operazione Crimine, condotta in modo congiunto a quella denominata Infinito che, invece, ha visto 41 condanne (tra cui Pino Neri, condannato a 18 anni e Carlo Chiriaco a 13 anni) e 3 assoluzioni in primo grado. Da Polsi, frazione di San Luca in provincia di Reggio Calabria, dove nel 2009 fu eletto capo-Crimine Domenico Oppedisano, a Paderno Dugnano, dove Pino Neri venne proclamato referente traghettatore della 'ndrangheta in Lombardia durante il summit 'ndranghetista svoltosi nel circolo Arci Falcone Borsellino. La 'ndrangheta ricopre il suolo italico con un'organizzazione sempre più strutturata, ma le indagini e i processi portano a galla il sistema.

INFINITO: http://www.stampoantimafioso.it/2012/12/06/maxiprocesso-infinito-la-sentenza/

CRIMINE: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/27/processo-crimine-pene-confermate-in-appello-500-anni-di-carcere-a-96-imputati/896841/

lunedì 24 febbraio 2014

MAFIA E POLITICA, INTERESSANTE RICOSTRUZIONE

Sul sito del Fatto Quotidiano, un' interessante ricostruzione dei rapporti tra mafia e politica nel Nord Italia. Compaiono i "nostri": Leonardo Valle, figlio del boss Francesco "don Ciccio" Valle, candidato con i Riformisti a Cologno Monzese; Giancarlo Abelli; Angelo Ciocca, il chiacchierone con il boss Pino Neri; Alessandro Cattaneo, sindaco più amato d'Italia che partecipava ad aperitivi elettorali  organizzati dal boss Pino Neri.

QUI IL LINK: http://www.ilfattoquotidiano.it/mafia-e-politica/

ESTATE LIBERI, APERTE LE ISCRIZIONI!

Anche questa estate, dopo il successo dell'anno scorso, a Vigevano si terrà il campo di Estate Liberi, organizzato dal presidio di Libera in Vigevano. Un importante progetto per puntare i riflettori su quel tesoro che sono i beni confiscati, recuperati dopo che i tentacoli mafiosi li sottrassero alla società.

Vigevano si trova nella Lomellina nord-orientale (Pianura Padana!). A Vigevano, in viale Artigianato 35, è ubicato il bene confiscato il 22 giugno 1995 al clan 'ndranghetista dei Valle. Capeggiata da Francesco Valle, classe 1937, la famiglia si trasferì dal quartiere Archi di Reggio Calabria a Vigevano, nei primi anni Ottanta. Un trasferimento motivato da una sanguinaria guerra di 'ndrangheta, che vide molti componenti dei Valle cadere vittima delle fucilate delle famiglie a loro opposte, i Geria-Rodà. A Vigevano il clan chiese ospitalità e rifugio al boss Giovanni Cotroneo, insediatosi in città dal 1965. Con l'appoggio di Cotroneo, i Valle riuscirono a creare un proprio business fondato su usura ed estorsione. I loro guadagni illeciti sono proseguiti per oltre un decennio, fin quando non vennero denunciati, nel 1992, dalla commerciante MariaGrazia Trotti, orefice vigevanese vittima del clan. Arrivò così l'arresto del clan ed i successivi processi e condanne per gli imputati, con l'accusa di usura, estorsione e associazione a delinquere. Il bene confiscato in viale Artigianato, conosciuto ai più come ex bar "Giada", era utilizzato dal clan per incontrare collaboratori e vittime. Dopo la confisca, il bene è stato assegnato a diverse associazioni, oggi è in gestione esclusivamente a "Caritas Diocesana", prende il nome di 'CASA JOSEPH', ed è utilizzato esclusivamente per l'accoglienza notturna di uomini italiani o stranieri, con regolare permesso di soggiorno.