martedì 5 marzo 2013

DALL'11 MARZO IN LIBRERIA


Si poteva fermare l'ascesa mafiosa al Nord? Difficile a dirsi. Ma qualcuno, almeno in un angolo di Lombardia, ci ha provato. Quella
persona è il poliziotto Giorgio Pedone, morto suicida in circostanze misteriose. Giorgio Pedone nei suoi
report risalenti agli anni '80 parlava di 'ndrine, faceva i nomi dei De Stefano, dei Condello, dei
Guzzardi, dell'avvocato Pino Neri e del Clan Valle. Quasi tutti i protagonisti di queste relazioni scritte a macchina oggi sono in carcere. I Valle-Lampada,che hanno operato in provincia di Pavia e di MIlano, sono stati condannati a oltre un secolo per
associazione mafiosa nel luglio 2012. Proprio lo stesso reato dei quali Pedone, inascoltato, li
accusava negli anni '80. Sono passati quasi quarant'anni dall'arrivo di Pedone a Vigevano e finora
solo Ilda Bocassini gli ha reso onore: “L'uomo che scoprì la mafia al Nord”, lo ha chiamato. In
questi quarant'anni i fatti gli hanno dato ragione a Pedone. I Valle, come i Guzzardi
e i Di Marco sono mafiosi. Ma ci sono voluti quattro processi, nei quali mai nessun giudice si è
sognato di condannarli per quell reato,previsto dall'articolo 416 bis del codice penale, nonostante il lavoro della polizia vigevanese fosse palese.
Usura ed estorsione sono le pene per le quali don Ciccio e il suo clan sono finiti in carcere nel 1992 e nel 2004. Intanto si sono arricchiti, hanno conquistato bar, pizzerie, il controllo dei videopoker a Milano e nell'hinterland hanno avuto contatti con politici di primo piano anche a livello nazionale, senza che nessuno riuscisse a fermarli. “Pizza sangue e videopoker” è la storia di un impero criminale, ma è
anche la storia di un piccola cittadina, Vigevano che è arrivata a ospitare 8 famiglie mafiose di primo piano senza che i più se ne accorgessero.  È una storia di uomini dello stato corrotti, e di uomini dello stato coraggiosi.
Ma soprattutto è un libro che per la prima volta scopre il velo su una pericolosa scia di sangue, una
serie di omicidi commessi nella pacifica e operosa Lombardia, dove per molti la mafia
ancora non esiste.

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