martedì 29 aprile 2014

LEZIONI IN PIAZZA AD ABBIATEGRASSO, IL 17 MAGGIO CI SIAMO ANCHE NOI




4 incontri pubblici in piazza. 4 opportunità per ascoltare, discutere e approfondire tematiche di interesse che, per motivi diversi, condividiamo con la criminalità organizzata. 
In collaborazione con Sara Manisera di Stampo Antimafioso e il Comune di Abbiategrasso.

PER SAPERNE DI PIÙ: http://www.humusinfabula.org/lezioni-di-piazza-dal-5-aprile-2014/

lunedì 28 aprile 2014

MANIFESTO DELL'ANTIMAFIA

Lunedì 28 aprile, alle 20:30, presso l'Ostello Bello in via Medici 4 a Milano, verrà presentato Il Manifesto dell'antimafia.


L'ultimo libro di Nando Dalla Chiesa. Con l'autore interviene Alberto Nobili, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, modera Martina Mazzeo della Redazione di Stampo Antimafioso.

"E' ora di mettere a frutto ciò che abbiamo imparato in decenni di lotta alla mafia, nella militanza civile e politica come negli studi. Di denunciare le debolezze della società "innocente" tracciando le linee di una strategia generale, in cui ogni libero cittadino scopra finalmente il proprio posto e la propria funzione"

martedì 22 aprile 2014

LE ARMI NASCOSTE NEL BENE CONFISCATO


Per il boss Antonino Zacco doveva diventare un hotel, per il comune di Vigevano una casa di riposo, per i nuovi spacciatori in città è un luogo dove nascondere le armi. Ferjani Zammal, l'uomo che ha ucciso a bastonate alla stazione Allal Khalis per questioni legate allo spaccio era stato ritrovato in possesso di armi durante un controllo in via Cascine Barbavara in un bene confiscato proprio al boss mafioso Zacco, condannato nel processo "Duomo Connection"  assieme al boss Antonino Carollo. Erano gli anni '90 e per la prima volta a Milano il nome dei mafiosi si legava a quello dei politici. I siciliani gestivano ancora la droga sul mercato milanese, dopo aver rilevato il business un tempo saldamente in mano prima a Frank Turatello e poi al suo luogotenente Angelo Epaminonda. Per i pubblici ministeri Falcone e Bocassini il loro clan era quello che permetteva ai Corleonesi di estendere i loro tentacoli al Nord. Zacco, catturato in un appartamento di corso Sempione in particolare aveva gestito la raffineria di eroina di Alcamo in Sicilia. La sua conoscenza delle droghe gli aveva fatto guadagnare il soprannome de “il sommelier” che lo distingueva nella malavita assieme a quello di “Nino il bello”. Decapitata la cosca e condannati tutti i componenti si passò alle confische. A Vigevano Nino aveva un grande stabile in via Cascine Barbavara all'incrocio con la circonvallazione. Nelle sue intenzioni sarebbe dovuto diventare un hotel. In realtà gli è stato confiscato prima che questo avvenisse. Dopo essere stato assegnato all'amministrazione comunale, il bene al momento fatiscente non è mai stato utilizzato. In un primo tempo si era pensato di utilizzarlo come Casa di Riposo, il famoso De Rodolfi 2, ma l'idea non è mai andata in porto. L'enorme villa giace dunque inutilizzata. Il tetto ha ceduto e il cortile è pieno di erbacce. I lavori da effettuare oggi sono piuttosto onerosi e sembra proprio, purtroppo, che l'unico utilizzo che si possa fare di un bene confiscato alla malavita rimanga quello di nasconderci le armi dei nuovi spacciatori.

giovedì 17 aprile 2014

ALAGNA LOMELLINA (PV), LA PROVINCIA CHIEDE IL BENE

La Provincia di Pavia chiede all’”Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati”  l’assegnazione di un bene sequestrato e confiscato alla criminalità organizzata per farlo entrare nel proprio patrimonio e riutilizzarlo a fini sociali. E’ la prima volta che accade nella storia della Provincia di Pavia. Il bene interessato è sito nel comune di Alagna Lomellina ed è stato confiscato al clan Valle con decreto del Tribunale di Pavia nell’ottobre 1992.

CONTINUA QUI: http://www.provincia.pv.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6529:beni-confiscati-alla-mafia-un-immobile-del-clan-valle-sara-destinato-ad-usi-sociali&catid=7&Itemid=109&lang=it

martedì 15 aprile 2014

ALL'ALGA VINCERÒ





A Pavia piace proprio lavorare con la ditta Alga. Ad esempio l'Engineering Group di Angelo Ciocca, consigliere regionale in quota Lega, e Ileano Comizzoli, leghista della prima ora di San Genesio, quando manda il proprio curriculum vanta tra le consulenze rilasciate proprio quella con l'Alga, tra le ditte che lavorano al nuovo ponte di Vigevano. In realtà utilizzare l'Alga come garanzia non è proprio una mossa accorta dal momento che il tribunale dell'Aquila ha rinviato a giudizio Agostino Marioni, all’epoca dirigente dell’Alga spa., l’impresa che aveva costruito i meccanismi antisismici oggetto dell’inchiesta.

http://www.huffingtonpost.it/2013/10/27/terremoto-laquila-isolante-antisismico-spezzato_n_4167971.html 

Lo Studio Ciocca mantiene interessi fondiari, non solo a Pavia. Una nota della Dia alla Procura della Repubblica di Milano (3 maggio 2010) ribadisce che alle elezioni amministrative pavesi 2009 Pino Neri e Antonio Dieni hanno candidato Rocco Del Prete nelle liste di Rinnovare Pavia, "per il quale avevano altresì interessato Angelo Ciocca e la famiglia Filippi". Secondo gli inquirenti, dopo la mancata elezione di Del Prete, Neri e Dieni avrebbero sollecitato Ciocca e la stessa famiglia Filippi affinché Del Prete "ricevesse qualche incarico agevolando le dimissioni di Paolo Bobbio Pallavicini, altro candidato. (...) Dalle intercettazioni telefoniche dell'utenza in uso da Neri si percepiva che l'amministratore (ovvero Ciocca) sarebbe stato ricompensato con la vendita allo stesso, a prezzo di favore, di un appartamento in pizza Petrarca 1/a". (Sprofondo Nord -  Effigie - nota 130 p. 140)

Angelo Ciocca non è stato indagato. Convocato in Tribunale per deporre ha arrichito la sua deposizione con diversi non ricordo (http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2012/07/13/news/ciocca-un-solo-incontro-con-neri-1.5402716)

Vi è stata una delega totale e inammissibile nei confronti della magistratura e delle forze dell'ordine a occuparsi esse solo del problema della mafia [...]. E c'è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l'ha condannato, ergo quell'uomo è onesto... e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be' ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest'uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest'uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!(Paolo Borsellino)

lunedì 14 aprile 2014

IL LIBANO HA IL SUO SUPER LATITANTE. VIGEVANO NON È DA MENO

Notiza bomba di questi giorni è la latitanza (già finita..) libanese del co-fondatore di Forza Italia, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa in secondo grado: Marcello Dell'Utri,

Storie di latitanti ne esistono molte, attraversano tutto il Bel Paese ed il territorio lomellino non è da meno. A Vigevano, a metà anni Ottanta fu trovato il bandito sardo Graziano Mesina in via D'Avalos, al numero 59 ospite (latitante, chiaro) di Antonino Papalia, pregiudicato per truffa nonché fratello di Giandomenico, medico e politico locale.

Più recente, sempre nella città Ducale, la latitanza di Salvatore Galluzzi, narcotrafficante 'ndranghetista, preso a Vigevano nel febbraio del 2011. Al momento dell'arresto, secondo l'accusa, si trovava in compagnia di Roberto Feratti. Quest ultimo a Vigevano è un nome noto (o almeno dovrebbe..), co-fondatore insieme al pregiudicato gemello, Angelo, della Gemel Edil, ditta chiusa per bancarotta e riciclaggio. 

Secondo l'accusa Roberto Feratti, arrestato nell'estate del 2013, avrebbe dato appoggio logistico al latitante Galluzzi, insieme a Vincenzo Interlandi e a Esposito Donato, il titolare dell'agenzia di pompe fumebri "Il Pardiso", in corso Milano al numero 40.
L'operazione che ha portato all'arresto di Feratti (Roberto), denominata "STOP", ha permesso inoltre di porre fine al controllo totale della vendita, imposta, di caffè da parte della cosca della ‘ndrangheta degli Acri, nella zona di Rossano, in provincia di Cosenza e nella zona di Rho, hinterland milanese, con affiliati a Vigevano e Gambolò. Cui, sempre secondo l'accusa, ROberto Feratti faceva parte.

LEGGI QUI:  http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2013/06/20/907076-ndrangheta-caffe-clan-acri.shtml

giovedì 10 aprile 2014

DOMANI (VENERDÌ 11 APRILE) INIZIA LA RASSEGNA PER PRENDERE COSCIENZA

Ad un anno circa dalla presentazione di Pizza sangue e videopoker presso il cinema teatro Odeon di Vigevano, in via Berruti, prenderà il via una rassegna cinematografica per spiegare le (NON) differenze della colonizzazione mafiosa tra Nord e Sud. Un importante progetto avanzato da Libera Vigevano e dall'associazione culturale LaBarriera, per far si che i cittadini vigevanesi e non, prendano coscienza di un fenomeno che leva libertà a tutti gli onesti.

Durante il primo incontro del cineforum, ad introdurre il percorso e la serata sarà Simone Satta, co-autore del libro.


LEGGI QUI: http://laprovinciapavese.gelocal.it/tempo-libero/2014/04/08/news/film-per-parlare-di-mafia-1.9002891

lunedì 7 aprile 2014

LE MAFIE CI UNISCONO. RASSEGNA CINEMATOGRAFICA A VIGEVANO


Le mafie ci uniscono. Le (NON) differenze dell'infiltrazione mafiosa tra Nord e Sud.

Una rassegna cinematografica di memoria, impegno e solidarietà, presso il Cinema Odeon in via Berruti 2, a Vigevano. Il titolo della rassegna, Le mafie ci uniscono, è volutamente provocatorio e preso in prestito dall'associazione antimafie da Sud che ha pensato di utilizzarlo per una campagna volta a sottolineare come «le mafie sono un elemento strutturale di questo Paese, da Nord a Sud». Quattro venerdì nei quali, oltre alla visione di un film a tema, sarà possibile confrontarsi con le esperienze di persone che al Nord hanno vissuto le mafie sulla propria pelle, soffrendole, contrastandole e, anche, vincendole. Ospiti che permetteranno di realizzare un vero e proprio cineforum in cui discutere il determinato film in rassegna, ma anche prendere consapevolezza di quanto le mafie siano radicate nelle regioni settentrionali, da decenni, e quale livello di colonizzazione abbiano ormai raggiunto. Fingere che le mafie siano solo un problema del Sud Italia o che, peggio, non ci siano, non risolve il problema ma anzi lo alimenta. Milano e l'hinterland (Buccinasco, Corsico, Trezzano sul Naviglio, Bollate e altri Comuni); Torino e l'hinterland; Alessandria; Pavia; Vigevano, sono città che hanno (o hanno avuto) una forte presenza delle mafie che attraverso i loro metodi illegali hanno rovinato la giurisdizione locale. È necessario aprire gli occhi e prendere coscienza, come cittadini informati sui fatti, della necessità che ognuno faccia la sua parte, così da rompere il muro d'omertà che caratterizza in negativo il Nord Italia.
Si comincia l'11 aprile con la proiezione del film di Pif La mafia uccide solo d'estate, non mandato nelle sale di Vigevano e limitrofe: una prima visione per la Lomellina. Il dibattito, che sarà moderato da Simone Satta, co-autore del libro Pizza Sangue e Videopoker. Come la 'ndrangheta si è strutturata al Nord, da Vigevano in Lombardia (La Barriera edizioni), presenterà un parallelismo di presentazione tra Nord e Sud.
Si prosegue il 18 aprile con la proiezione del film diretto da Marco Amenta La siciliana ribelle, liberamente ispirato alla vera storia di Rita Atria, testimone di giustizia. Il dibattito, che sarà moderato dai ragazzi del presidio di Libera di Milano intitolato a Lea Garofalo, avrà come tema l'antimafia che si fa donna, mostrando con due esempi virtuosi il coraggio di donne che da Nord a Sud hanno contrastato la criminalità organizzata.
Il 9 maggio verrà presentato il documentario Bruno Caccia – Una storia ancora da scrivere di Davide Pecorelli ed Elena Ciccarello, sulla storia del Procuratore della Repubblica di Torino ucciso trentanni fa dalla 'ndrangheta e sui cui in queste settimane stanno emergendo nuove piste di indagine per una verità che non è stata ancora realmente scoperta. Interverranno i registi e i ragazzi del bene confiscato alla cosca di 'ndrangheta Belfiore a San Sebastiano da Po, in provincia di Torino, intitolato a Bruno e Carla Caccia. Il tema affrontato spazierà dalla figura del Procuratore ai beni confiscati alle mafie nel Nord Italia.
Si conclude il 16 maggio con la proiezione del Documentario 19 luglio 1992 - Una Strage di Stato di Salvatore Borsellino Il dibattito, sarà incentrato sul racconto di Salvatore Borsellino e il suo movimento delle Agende Rosse e arricchito dalle testimonianze dei familiari delle vittime innocenti di mafia che al Nord hanno perso i loro cari per mano della criminalità organizzata.
I film inizieranno alle 21:00, preceduti da una breve presentazione del tema. Al termine della visione si avvierà il dibattito.
Il costo del biglietto è di 5,00 euro. Per gli associati a Libera e gli studenti il costo del biglietto è di 3,00 euro. Abbonamento 4 film 15,00 euro.


domenica 6 aprile 2014

SCUOLA E FAMIGLIA: UN PATTO CONTRO LE MAFIE.


Martedì 15 aprile 2014 alle ore 20.30 i Comitati Genitori degli Istituti Caramuel, Casale e Cairoli, organizzano, in collaborazione con “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e con il patrocinio del Comune di Vigevano, un dibattito incentrato sul tema della legalità e sulla trasmissione dei valori ad essa legati in ambienti quali la famiglia e la scuola.

Tutto ciò avviene nell’ambito del ciclo di incontri educativi previsti nel corso dell’anno scolastico 2013-14.
Relatore sarà Nando dalla Chiesa, Professore Associato di Sociologia della Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, presentato da Mario Pacali, Direttore de “L'Informatore”.
L'incontro avrà luogo presso l’auditorium dell’Istituto Caramuel, via Segantini 21 - Vigevano
L’iniziativa, oltre che ai genitori ed ai docenti, è rivolta in particolare ai giovani, chiamati ad assumere un ruolo attivo e di consapevolezza riguardo al fenomeno mafioso da vivere anche nella quotidianità. Nel corso della serata verrà presentata l’esperienza degli studenti delle scuole che hanno aderito al progetto di educazione alla legalità proposto da Libera.


giovedì 3 aprile 2014

COSENTINO, COSE DI CASA NOSTRA, O QUASI

E' di oggi 03/04/2014) la notizia che Nicola Cosentino, ex sottosegratario e parlamentare Pdl a processo perché accusato di collusione con il clan dei Casalesi, è finito in carcere con i fratelli Antonio e Giovanni

(...) nell’ambito di un’inchiesta sulla vendita di carburanti in provincia diCaserta. In tutto sono state emesse tredici ordinanze di custodia cautelare (sei in carcere, sette ai domiciliari), che hanno colpito anche Pasquale e Antonio Zagaria (già in carcere) fratelli di Michele, boss del più importante clan dei Casalesi insieme a quello di Francesco Schiavone. Tra le accuse: estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/03/camorra-ex-parlamentare-cosentino-arrestato-insieme-ai-fratelli-zagaria/937045/

Solito Sud, solita Campania, solita Camorra, questo il messaggio (oltre a: soliti politici) che potrebbe passare. E invece no! Il "pulito" e omertoso Nord Italia non si tira indietro, fingendosi poco accorto, di fronte a persone chiacchierate, indagate o colluse in modo accertato con la criminalità organizzata di stampo mafioso, sia al Sud che al Nord. Per rimanere in tema di Cosentino e fratelli, bisogna far procedere la memoria indietro negli anni (ma neanche troppi), dirigendola verso la rossa, politicamente parlando, Emilia Romagna. Eh sì. Il nome da ricordare è Hera S.p.a. multiulity partecipata dal pubblico, ovvero da alcuni Comuni emiliani e romagnoli, finita in affari con i fratelli Cosentino. Non Nicola, in questo caso, ma Giacomo e Giovanni. Scrive Giovanni Tizian, giornalista d'inchiesta antimafia nel suo libro Gotica (’ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea (Round Robin editore, 306 pp. - 15 euro):


  1. Tra gli affari della famiglia Cosentino ci sarebbe la centrale termoelettrica a turbogas di Sparanise, a trenta chilometri da Casal  di Principe, luogo di nascita dei fratelli Cosentino. La centrale è un impianto di 800 megawatt, inaugurato nel 2007: all'epoca Nicola Cosentino era deputato. A guadagnarci dal super impianto delle campagne casertane, devastate dai veleni sversati dai clan fino al 1989, sono due società: Hepa spa e Scr srl. La prima controlla, per 50,01 per cento, una società chiamata Hera Comm Mediterranea. La restante quota, 49,99 per cento, è detenuta dalla società Scr. Una società misteriosa quest'ultima (...) non è possibile conoscere i reali proprietari. Sono, però, noti i rappresentanti del consiglio di amministrazione di Scr. All'interno del quale siedono Giovanni Cosentino, fratello del sottosegratario indagato, Enrico Recci, amico fedele dei Cosentino e proveniente dal mondo degli allevatori di bufale, Cristian Fabbri, e Vanni Bertozzi. Presidente del consiglio d'amministrazione è Loris Lorenzi. Giovanni Cosentino, incensurato, coniugato con Maria Diana di San Cipriano d'Aversa, figlia di  Costantino Diana, deceduto, arrestato nella nota operazione di polizia Spartacus, la stessa che portò alla cattura di molti uomini del clan dei insediatisi in provincia di Modena. Ma c'è di più: Giovanni Cosentino non è soltanto nel consiglio di amministrazione di Scr, è anche proprietario dell'Aversana Petroli insieme agli altri cinque fratelli, escluso il sottosegratario inquisito. Uno di questi, Mario Cosentino, ha sposato la sorella di Giuseppe Russo condannato all'ergastolo per associazione mafiosa ed omicidio. (...) In questo contesto si è inserita Hera spa, attraverso la controllata Hera Comm Mediterranea, la cui sede è in un capannone dell'Aversana Petroli della famiglia Cosentino. E il rappresentante della società multiservizi, controllata da 180 comuni dell'Emilia Romagna, siede accanto a Giovanni Cosentino e ad Enrico Reccia. Quest'ultimo risultava essere presidente del consiglio sindacale di una cooperativa nella quale il sindaco era un certo Salvatore Della Corte, arrestato e condannato come complice di Michele Zagaria, "Capastorta", latitante e considerato la mente imprenditoriale del clan dei Casalesi.