sabato 9 maggio 2015

CINQUEMILA BENI TRA CONFISCHE E SEQUESTRI ALLA MAFIA IN LOMBARDIA

L'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati (Anbsc), a settembre dell'anno scorso, contava in Lombardia 1252 beni, di cui 1029 immobili e 223 aziende. Oggi questo dato potrebbe essere almeno tre volte superiore. È quanto emerge dal racconto fatto dai rappresentanti di Libera alla Commissione speciale Antimafia questa settimana.
"Libera ipotizza in 5000 il numero delle confische e sequestri - dichiara Gian Antonio Girelli, presidente della Commissione -. Una conferma ufficiale non c'è ancora perché l'Anbsc sta riaggiornando i dati e dal sito nazionale sappiamo solo che tra quelli sequestrati sono 735 quelli in gestione perché confiscati definitivamente. La notizia di Libera è eclatante perché alza significativamente il livello delle connessioni tra criminalità organizzata e società lombarda. Che il dato fosse destinato a salire rispetto ai dati di settembre, appariva chiaro a tutti, sicuramente anche per l'intensificarsi delle attività di indagine e di controllo della magistratura e delle forze dell'ordine. Ma sinceramente il dato, se confermato, sarebbe esplosivo e ci costringerebbe ad una riflessione ulteriore sull'intervento istituzionale". 
Proprio per questo Libera ha anche chiesto un maggiore impegno di Regione Lombardia affinché, si faccia soggetto portatore di un modello di sviluppo anche esportabile, perché qui si stanno sperimentando attività di gestione innovative. 
"Alla chiamata di Libera - aggiunge Girelli - Regione Lombardia deve rispondere con prontezza, irrobustendo la propria attività di sostegno alla rete di contrasto alle mafie e sostenendo con sempre maggior forza le attività di gestione dei beni. Come Commissione ne siamo assolutamente avvertiti ed anche per questo stiamo lavorando per dotare la Lombardia di una nuova legge antimafia che faccia del contrasto alle mafie uno dei punti cardine della attività istituzionale regionale. Ci stiamo accorgendo, lo dico come società lombarda, che la presenza mafiosa nei nostri territori, nei nostri comuni, nel tessuto imprenditoriale non è qualcosa di occasionale ma di strutturale e questo deve convincerci a prestare attenzione al nostro modo di fare società, di fare impresa, di fare istituzione. Questi dati sono come uno schiaffo in faccia improvviso, ma questa è la situazione che abbiamo davanti e da qui dobbiamo partire e cambiare, tagliando di netto ogni possibilità di commistione e recidendo tutti i legami con le organizzazioni criminali". 

http://www.pdregionelombardia.it/novita7ggdettaglio.asp?ID=8518

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