lunedì 17 marzo 2014

TREVIGLIO, ANTIPATICHE NOTIZIE

Il commissariato di Pubblica sicurezza di Treviglio sarà soppresso a seguito della razionalizzazione programmata dal ministero dell’Interno. Si tratta del presidio di polizia 


che ha dato un contributo decisivo all’ultima indagine anti ‘ndrangheta che si è svolta al Nord, quella che ha portato alla scoperta di una “banca della ‘ndrangheta” dalle parti di Seveso, in provincia di Monza e Brianza. Nella bergamasca risiedevano 3 personaggi di spicco dell’associazione mafiosa, arrestati dieci giorni fa. (http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/03/16/bergamo-soppresso-il-commissariato-anti-ndrangheta-vitale-contro-il-crimine/270221/)

Treviglio, in provincia di Bergamo, ha un poco felice legame con Vigevano: in una cascina in via Calvenzano a Treviglio, demolita un paio d'anni fa circa, rimase prigioniero Pietro Torrielli, imprenditore vigevanese recentemente scomparso

Pietro Torielli, 34 anni, figlio del Cavalier Torielli, industria-
le molto noto in città, viene rapito mentre sta ritornando
a casa. Vigevano non appena apprende la notizia cade nel
panico. È il secondo rapimento che avviene in Italia, ed ac-
cade proprio nella città, a quell'epoca una città tranquilla,
simbolo dell'Italia provinciale. Fino alla liberazione di Pietro
Torielli i giornali scelgono questa linea "collaborativa" con la
polizia. La prima parte di questa vicenda si conclude il 9 feb-
braio 1973. Fino a questa data i giornali locali non dedicano
molto spazio o approfondimento al fatto di cronaca. Questo
può essere motivato in parte dall'atteggiamento di collabo-
razione con le forze dell'ordine, ma anche dal fatto che per i
giornalisti vigevanesi si tratta di una vera e propria novità.
Fino ad allora in tutta la Lomellina non era mai accaduto
un fatto di queste dimensioni, e che coinvolgesse personaggi
legati agli ambienti mafiosi. La cronaca nera sui giornali lo-
mellini era quasi inesistente, e le notizie erano quasi sempre
incidenti, furti, risse e qualche rapina realizzata in modo
molto grossolano, che raramente andava a buon fine. Con il
sequestro Torielli Vigevano scopre invece un parte di sé che
non conosceva, quella della malavita organizzata di stampo
mafioso. I giornali ne parleranno soltanto dopo il rilascio del
giovane. Torielli viene rilasciato dopo cinquantuno giorni e dopo il pagamento di un miliardo e duecentocinquanta milioni di lire – oggi
circa dieci milioni di euro – di riscatto. (Pizza sangue e videopoker - p. 21)
L'asse Vigevano-Treviglio è stato, in passato, sostenuto (anche) dagli affari della criminalità organizzata. I rapitori di Torielli

si erano messi in contatto con la famiglia dell’industriale tramite Michele Guzzardi, imprenditore edile e fidanzato della figlia del custode di casa Torielli: era lui a recapitare a casa le lettere del rapito e sempre a lui era stato affidato il compito di consegnare il denaro del riscatto ai sequestratori. Che il suo ruolo non fosse semplicemente quello del “postino” fu però ben presto chiaro alle forze dell’ordine che, analizzando il suo giro di frequentazioni e conducendo indagini approfondite sia su di lui che sui suoi conoscenti, riuscirono ad arrivare alla conclusione che dietro al rapimento vi era la longa manus di Luciano Leggio detto “Liggio”,la “primula rossa di Corleone”, boss di Cosa Nostra latitante a Milano – dove viveva con una donna ignara della sua doppia vita dalla quale ebbe anche un figlio; nel capoluogo lombardo fu arrestato nel ’74; proprio con il rapimento dell’industriale ducale e successivamente del conte Rossi di Montelera, inaugurò la stagione dei sequestri anche fra le nebbie padane. Con questi fondi Cosa nostra fu in grado di finanziare le attività criminose successive.(http://www.araldolomellino.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3944)

La storia, ma anche l'attualità in questo caso, dovrebbe essere di insegnamento. La razionalizzazione dovrebbe essere fatta sempre con criterio. Le mafie si sconfiggono conoscendo i territori in cui si muovono e promuovendo risorse a favore di chi suin quelle zone è attivo nel contrastarle.

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